Nasce l’Eros in Crowdfuding e noi non potevamo starcene con le mani in mano… Ahem!
Abbiamo così deciso di aggiudicarci una succulenta intervista in esclusiva con gli autori di Melagrana, l’antologia a fumetti che dalle 15.00 di oggi, lunedì 20 Marzo, fino a venerdì 21 Aprile, vedrà il proprio lancio sulla piattaforma di Indiegogo.
Prima di immergervi nella lettura, è d’obbligo segnalare le autoritarie referenze dietro allo sviluppo del progetto.
Melagrana, infatti, è un’iniziativa ambiziosa, con alle spalle ben 21 autori di cui potrete conoscerne 9 proprio qualche riga più sotto.
Tanto di cappello, invece, all’etichetta indipendente di cui si avvale il fumetto, ovvero, Attaccapanni Press, casa che già l’anno scorso ha dimostrato di saperci fare in ambito di editoria finanziata in crowdfuding grazie al grande successo di Grimorio.
Cos’altro aggiungere se non buona lettura.
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Perché “Melagrana” è il titolo del vostro fumetto?
Ariel: Sapevamo di voler qualcosa di suggestivo, ma non esplicito: nulla è più naturale come richiamo al sesso del cibo, e i grani rossi della Melagrana scintillano come pelle arrossata. In più, questo fumetto è un’antologia, per cui un ‘frutto’ unico, creato da un’insieme: di grani, di storie.
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Partiamo a razzo con la domanda che tutti si stanno chiedendo: saranno presenti immagini di nudo in Melagrana?
Non che ci dispiaccia…
Ariel: Assolutamente sì! Abbiamo bandito primi piani quasi chirurgici, per il resto volevamo assolutamente destigmatizzare il corpo nudo in sé, nelle varie forme in cui si presenterà.
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Avete affermato che “il sesso non è mai svincolato dalla trama”, ma cosa a proposito dell’amore? Sentimenti o pura attrazione fisica, cosa ci dobbiamo aspettare dal messaggio morale di Melagrana?
Ariel: In alcune storie l’amore avrà tutto a che fare con il sesso, in altre ci sarà solo affetto, in altre ancora solo un incontro, ricercato e desiderato ma che con l’amore romantico ha poco a che fare. Il nostro messaggio vuol essere sicuramente che esiste una pluralità di modi in cui vivere la sessualità, e sono tutti giusti finché lo si fa nella serenità e nel rispetto.
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Può il tempo assopire un’emozione? O al contrario, può un’emozione ri-accendere il fuoco della passione?
Giulio Macaione: Anche dal caos di un autobus affollato, mi sento di dire sì, e assolutamente sì.
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Quanto è difficile rendere fumetto una storia la cui narrazione parla soprattutto di sentimenti, emozioni ed eros anziché dinamiche performanti a cui ci hanno abituato decenni di vicende supereroistiche?
Martina: Parlando della mia esperienza personale, cambiare genere è tosta perché bisogna entrare nella mentalità “se si guardano negli occhi è per comunicarsi emozioni, non per lanciarsi un’occhiataccia di sfida prima dello scontro”. Scherzi a parte, si devono affrontare problematiche importanti come in tutti gli altri generi, bisogna cercare di comunicare di più con le gestualità e le espressioni in modo da non rendere la narrazione una completa didascalia per via di ottocento righe di dialogo, bisogna trovare il modo di rendere dinamica la tavola con cambi di punti di vista e gestire l’equilibrio e l’armoniosità dei corpi e delle scene nelle vignette senza poter ricorrere agli escamotage delle storie d’azione. Insomma almeno per me non è proprio una passeggiata, ma sebbene ognuno abbia i propri gusti in fatto di generi narrativi, quando una storia è raccontata nel modo più coinvolgente possibile, non c’è modo che non piaccia! Almeno ci si prova.
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Che vantaggi e/o svantaggi ci sono a lavorare allo stesso progetto in un team di ben 21 autori?
Giopota: Con tutti questi autori, probabilmente, gli unici svantaggi se li accollano le editor. Seguire tutti e coordinarli per stare nei tempi è un incarico che non gli invidio! D’altro canto invece, un lavoro così corale non può che stimolarci a vicenda. Lo scambio di idee, pareri, consigli è un grande vantaggio. E poi ci sono meno possibilità di essere l’ultimo a non aver ancora consegnato a ridosso della scadenza!
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“50 sfumature di grigio” ci ha insegnato come l’editoria “testuale” possa gestire l’attenzione di una folta platea utilizzando il tema dell’eros e sfociando persino nel fenomeno sociale. Cosa invece a proposito dei fumetti, considerando che il mercato dell’eros è notoriamente considerato di nicchia rispetto ad altre fasce “a luci rosse”?
Greta: Il fumetto, rispetto ad un libro, è facile che sia più esplicito, banalmente, perché contiene immagini, quindi è più difficile leggerlo in tram come un harmony erotico.
Nonostante ciò ricordo che da piccola andavo in fumetteria con mio papà e tutti i titoli che ammiccavano leggermente all’eros erano dietro una tendina anticipata dal cartello “adults only” mentre ora sono ” alla portata di tutti”, per via dei vari sottogeneri che hanno ampliato il numero di lettori, ma anche per via dell’apertura mentale che grazie al cielo sta cominciando a sbocciare intorno a noi! Tra qualche anno spero di vede i mezzi pubblici pieni di persone che leggono pornini
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Quanto è maturo, rispetto a questo genere di narrativa, il lettore medio di fumetti? Chi potrà leggere Melagrana?
AlbHey: In questo periodo del fumetto il lettore medio è difficile da identificare, ma questo specifico genere (quello dell’eros) è di sicuro un campo ancora da scoprire. Penso sopratutto a come sarà Melagrana una volta ultimato, spesso l’argomento “erotismo” nei fumetti viene trattato come un elemento marginale, mentre per altre storie più dirette è facile vederle sfociare in un tipo di pornografia più patinata. Per questi motivi penso che Melagrana sarà una raccolta adatta ad un vasto numero di lettori di fumetti, ponendo al centro delle storie un tipo di erotismo sfaccettato, ma sopratutto reale e non solamente fisico e con un classico “happy ending”! “Corpi ignudi, sgraziati o armoniosi” su Melagrana ci sarà spazio per tutto e per tutti, poi, be’, parlo di un pubblico ideale non soggetto a pregiudizi di genere!
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Internet si evolve e con esso anche le sue piattaforme. Il crowdfunding di ieri, contro quello attuale. Quanta fiducia riponete nel mezzo e che aspettative nutrite?
Ariel: Vogliamo fidarci che chi ha apprezzato Grimorio torni, e vogliamo sperare che tanti nuovi lettori s’interessino: non mi azzarderei a chiamarle aspettative, ma di certo ci stiamo impegnando il più possibile perché il goal sia raggiunto!
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Se doveste scegliere tra una campagna Crowdfunding di sicuro successo e il finanziamento di una grande casa editrice, qual è il metodo con cui vorreste emergere?
Laura: Decisamente un crowdfunding di successo! Per quanto sia intrigante l’idea di collaborare con una casa editrice, preferirei che le nostre pubblicazioni continuassero a mantenere quanta più indipendenza possibile. Il CF è per ora il nostro strumento di finanziamento preferito perché ci permette non solo questo ma anche il contatto diretto coi nostri lettori.
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Ci sono sempre meno lettori di fumetti cartacei e nel frattempo, crescono a dismisura coloro che consumano la propria passione attraverso l’uso di Internet. Trovate sia cosa buona e giusta o una condanna per l’economia di questo settore (fonte)?
Giorgio Trinchero: Prima di tutto vogliamo i dati: ci sono davvero meno lettori di fumetti cartacei? Direi che in generale le vendite del materiale da edicola è in forte contrazione, ma il fenomeno non investe solo i fumetti. Anzi, il proliferare di allegati fumettosi ai quotidiani sembra quasi suggerire che l’oggetto fumetto abbia ancora un appeal maggiore rispetto ai quotidiani. Alla contrazione nelle edicole si è affiancata negli anni l’ espansione dei settori graphic novel nelle librerie, i numeri sono decisamente inferiori agli anni d’oro del fumetto da edicola (stagione che si è conclusa comunque con la definitiva scomparsa delle riviste all’inizio degli anni 90, difficile incolpare internet di questo) ma i prezzi di copertina sono decuplicati, per cui le case editrici ben distribuite in realtà io credo stiano vivendo un buon momento economico. In tutto questo gli autori hanno, e hanno sempre avuto problemi a farsi pagare. Questo è un dato storico abbastanza trasversale, che siano musicisti, scrittori o artisti, chi produce effettivamente le opere ha sempre grandi difficoltà a vedere corrisposto un proporzionato compenso. E la cosa è chiara se pensi che quando compri un prodotto cartaceo, del prezzo di copertina tra il 50 e il 60% è destinato alla distribuzione, e solo tra l’8 e il 10% agli autori. Internet da la possibilità di ridurre la distanza tra autori e lettori, di fatto rendendo inutile buona parte degli intermediari. Si sta ancora capendo come monetizzare una certa popolarità sul web, ma direi che gli ottimi esempi non mancano: crowdfunding, shop online, patreon iniziano a essere delle solide alternative economiche ai spesso frustranti rapporti con editori tradizionali.
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Pensate al fumetto tra 10 anni, cosa cambierà grazie al digitale? Anzi, cosa vi augurereste che cambiasse e come lo cambiereste voi.
Ariel: Sempre più persone intraprenderanno la strada dell’auto-produzione, come dimostrano le recenti candidature al Micheluzzi, con ‘Millennials‘ dell’anche “nostra” Nuke (assieme a Lorenzo Ghetti) tra le nomination, le differenze tra grande editoria e produzioni dal basso di qualità si assottiglieranno. Noi ci auguriamo che le cose continuino su questa strada, e ci pare che più che un cambiamento futuro si possa parlare tranquillamente già di un cambiamento attuale, che stiamo nel nostro piccolo mettendo in moto anche noi.
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Domandone bonus: quanto imbarazzo c’è nel mostrare ai propri genitori le illustrazioni di una donna nuda o comunque immagini che rappresentino l’eros in generale?
Giulio Macaione: Nessuna. Ho disegnato la mia prima scena di sesso anni fa in cucina a casa dei miei.
Vittoria Macioci: Dipende dai genitori: i miei li voglio ancora vivi, quindi questo progetto è per loro SEMI-SEGRETO.
E ovviamente vi rimandiamo alla pagina Indiegogo del progetto che troverete online alle 15 di oggi: link.
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