In Indonesia, sull’isola di Flores, il Monte Lewotobi Laki-laki si è risvegliato con uno spettacolo mozzafiato, eruttando due volte in due giorni, Martedì 17 e mercoledì 18 giugno. Nonostante la potenza di questi eventi naturali, fortunatamente, non ci sono state vittime.
La prima eruzione, avvenuta alle 17:35 ora locale, ha lanciato una nube di cenere a forma di fungo che ha superato i 10 chilometri di altezza. Si è creata una maestosa colonna, così alta da essere visibile fino a 150 km di distanza dal vulcano! I villaggi vicini sono stati investiti da un velo di detriti vulcanici, mentre l’aria risuonava di rombi, fulmini e tuoni, un chiaro segno della potenza esplosiva dell’eruzione.
Il giorno seguente, mercoledì, il vulcano non si è fatto attendere, regalando una seconda eruzione, seppur con una colonna di cenere meno alta, circa 5 chilometri. Ciò che rassicura è che, nonostante l’intensità di questi eventi, le misure preventive e la risposta rapida delle autorità hanno permesso di evitare tragedie. Il Lewotobi Laki-laki fa parte di un complesso vulcanico con un “gemello” meno attivo, il Lewotobi Perempuan, che in indonesiano significano rispettivamente “uomo” e “donna”. Questo curioso battesimo fa riflettere su come le culture locali abbiano da sempre intrecciato narrazioni e significati con i fenomeni naturali che le circondano.

Sicurezza e prevenzione
La sicurezza è sempre la priorità assoluta quando si tratta di vulcani attivi. Dopo i primi segnali di allarme dal Lewotobi Laki-laki, le autorità indonesiane hanno prontamente innalzato il livello di allerta al massimo grado, dimostrando una notevole prontezza d’intervento. Il capo del Servizio geologico indonesiano, Muhammad Wafid, ha immediatamente ordinato l’evacuazione delle aree a rischio, in un raggio di circa 7 chilometri dal centro dell’eruzione, e in quelle zone dove le intense piogge avrebbero potuto innescare colate laviche. Non solo: squadre di emergenza sono state dispiegate per fornire assistenza tecnica e supporto, un esempio concreto di come la collaborazione e l’organizzazione siano vitali in situazioni del genere.
È inevitabile che eventi di tale portata abbiano delle ripercussioni. Decine di voli sono stati cancellati o ritardati a causa delle nubi di cenere, un inconveniente che sottolinea quanto la natura possa influenzare le nostre attività quotidiane. Dobbiamo anche considerare che il Lewotobi Laki-laki non è nuovo a queste manifestazioni: aveva già eruttato a novembre 2024, causando purtroppo la perdita di dieci vite, e di nuovo a marzo 2025. Questi precedenti hanno posto l’attenzione sull’importanza di monitoraggio e preparazione costanti.
Il vulcano tra storia e scienza
Il Lewotobi Laki-laki è un vulcano che affascina non solo per la sua potenza, ma anche per i dettagli che lo rendono unico. La sua vicinanza con il “gemello” Lewotobi Perempuan, che condivide la stessa camera magmatica, parla di una connessione profonda sotto la superficie terrestre. È come se fossero due bocche di un unico, grande sistema sotterraneo. Addirittura, alcuni vulcanologi hanno paragonato l’attività esplosiva di questo vulcano indonesiano a quella del nostro amato Stromboli, con la sua caratteristica alternanza di emissioni di materiale incandescente e periodi di calma.

Le ceneri vulcaniche, spesso sottovalutate, rappresentano un pericolo insidioso. Possono accumularsi sui tetti delle abitazioni, provocando crolli, e l’inalazione prolungata può causare seri problemi respiratori. Ecco perché l’evacuazione e la fornitura di mascherine sono sempre passi cruciali. Tutto ció é un promemoria che ci troviamo su un pianeta geologicamente vivo, e l’Indonesia ne è un esempio lampante, trovandosi sul celebre “Anello di Fuoco del Pacifico”, una delle aree più attive al mondo con oltre 120 vulcani pronti a manifestarsi.
Eruzioni storiche e recenti
Le eruzioni con colonne di cenere che superano i 10 chilometri sono considerate esplosioni significative, spesso definite “pliniane” o “sub-pliniane”, in omaggio a Plinio il Giovane che descrisse l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Che si tratti del Tambora nel 1815, con la sua colonna di cenere di oltre 33 km, che portò a un “anno senza estate” a livello globale, o del Krakatoa nel 1883, che ridusse l’isola in frammenti e scatenò tsunami devastanti, l’Indonesia ha una storia ricca di eruzioni vulcaniche potenti.
Anche in tempi più recenti, abbiamo assistito a fenomeni simili. Il Monte Ruang, sempre in Indonesia, nell’aprile 2024 ha avuto un’eruzione esplosiva con una colonna di cenere di 3 km, causando evacuazioni e cancellazioni di voli, un copione simile a quello del Lewotobi Laki-laki. Questi eventi ci ricordano costantemente la maestosa e a volte imprevedibile forza della natura.

L’eruzione del Monte Lewotobi Laki-laki, pur non raggiungendo le proporzioni catastrofiche di eventi storici come il Tambora, ci ha offerto uno spettacolo di rara potenza, evidenziando l’importanza di un monitoraggio costante e di piani di emergenza efficaci. La natura, con la sua intrinseca forza e bellezza, continua a ricordarci la nostra posizione nel suo vasto e dinamico ecosistema; una danza millenaria tra l’uomo e la Terra, fatta di rispetto, meraviglia e prudenza.
FONTE: https://www.livescience.com/planet-earth/volcanos/indonesias-lewotobi-laki-laki-volcano-erupts-twice-in-2-days-unleashing-6-mile-high-ash-cloud