Avengers Endgame e il tempo: abbiamo qualche problema

ATTENZIONE: SPOILER. - L'epico film della Marvel dimostra di non prendere seriamente il viaggio nel tempo. Una cosa che agli occhi di qualche nerd purosangue potrebbe essere ben più che fastidiosa.

Su Avengers Endgame si è detto tantissimo e non potrebbe essere altrimenti: è l’evento culminante di una storyline lunga 11 anni che ha segnato un’intera generazione (e anche più di una). Se c’è una cosa che personalmente avevo sempre apprezzato nei film della Marvel, era stata la capacità di resistere al fascino di uno dei temi narrativi principe dell’universo del fantastico, il viaggio nel tempo.

Un po’ perché negli ultimi anni il tema “viaggio nel tempo” è stato stra-abusato, un po’ perché diventa tutto un casino se non fai bene i compiti a casa. Ecco, Avengers Endgame – film molto bello e dai profondi significati, ne abbiamo parlato anche noi qui e qui – ti dà l’impressione di essere uno studente svogliato che non soltanto i compiti non li ha fatti, ma che se l’è addirittura fatti mangiare dal cane. Facciamo una piccola analisi del concetto di viaggio nel tempo presente nel film – cosa non da poco, visto che muove tutta la narrazione o quasi – e vediamo come questo sia in realtà trattato molto “all’acqua di rose”.

Come funzionano i viaggi nel tempo

È un argomento complesso, moooolto complesso, che proveremo a sintetizzare facendo riferimento alle tre teorie più conosciute e basilari. Tre modelli che vengono da opere che hanno del viaggio nel tempo la loro ragione di vita e non solo un espediente narrativo che renda le cose più fighe.

Modello 1 – Ritorno al futuro

Altrimenti detto “modello 1985 alternativo”, è la visione se vogliamo più semplice degli effetti del viaggio nel tempo. Essa ci dice che per ogni cambiamento che facciamo nel passato creiamo una linea del tempo parallela e alternativa. Significa anche se poi torniamo “indietro al futuro”, ci muoviamo nella linea alternativa.

Modello 2 – Steins Gate

La teoria delle “linee di universo” è il concetto temporale alla base dei viaggi e dei cambiamenti di questo meraviglioso anime. Semplificando fino a diventare imbarazzante, esistono già linee temporali diverse fra loro perché ogni nostra scelta cambia gli eventi: in pratica, il tempo è una versione in grande di Bandersnatch, e se la mattina decidiamo di fare colazione con i cereali anziché con i biscotti, in realtà si creano due linee, una in cui mangiamo cereali e una in cui mangiamo i biscotti, e questo evento potrebbe avere ripercussioni piccole o grandi sul futuro.

viaggio nel tempo steins gate
GIF esplicativa della visione del tempo in Stens Gate: nella storia sono coinvolte due linee di universo principali (i due pallozzi) ma come si vede ciascuna di esse ha tante alternative e diramazioni.

Queste linee di universo coesistono, vivono parallelamente, possono divergere e tornare a incrociarsi; il viaggio nel tempo in Steins Gate è per lo più lo spostamento “spaziale” fra linee di universo (ma non solo, passatemi la semplificazione e perdonatemi). In realtà, somiglia molto a un viaggio dimensionale.

Modello 3 – Doctor Who

È il modello “wibbly-wobbly” e differisce moltissimo rispetto alle altre due perché è quella che considera il tempo da un punto di vista veramente esterno, da chi si muove non tanto in esso quanto fuori da esso. Per questo è possibile che eventi non ancora successi possano influenzare il mio passato e come se non bastasse influenzarsi a vicenda perché viene meno la necessità della relazione causa-effetto. Non vi spiego nei dettagli la cosa ma anzi vi invito a guardare l’episodio “Blink”, mi ringrazierete. Nel frattempo, lascio la parola al Dottore per spiegare meglio il modello.

Per evitare che l’universo finisca a “peripatetiche” ogni 5 secondi, esistono i cosiddetti “punti fissi nel tempo”, eventi che non possono essere modificati, e che potete immaginare come i nodi che non si possono sciogliere e che tengono unito tutto il tessuto del tempo.

La “teoria” del viaggio nel tempo di Avengers Endgame

Il film Marvel sembra non sposare nessuna di queste teorie, prende un po’ di elementi qua e la – a volte citando espressamente le fonti come Ritorno al futuro – ma poi dimostra di andare allegramente per i fatti suoi. Come funzionerebbe il viaggio nel tempo in Avengers Endgame ce lo spiega Banner/Hulk, arrivando anche a dire che modificare il passato non cambia il futuro. Questo perché viaggiando indietro nel tempo, il nostro passato diventa il nostro futuro, quindi possiamo muoverci con una certa libertà senza rischiare di incasinare tutto.

Ecco, dovevamo fidarci di Banner quando diceva che questo è un po’ fuori dal suo campo di competenze: la spiegazione che egli ci ha fornito riguarda solo ed esclusivamente il punto di vista del viaggiatore, e non considera il tempo nel suo complesso.

Diciamo che Hulk e i nostri eroi sono la macchina rossa…

In pratica, sta dicendo che se noi viaggiamo su una strada, davanti abbiamo la distanza da percorrere e dietro la strada percorsa; se facciamo un’inversione a U e “torniamo indietro”, ora la prospettiva è diversa: la strada percorsa diventa quella da percorrere e viceversa. Ma questo vale appunto solo per il nostro punto di vista; non per quello degli altri guidatori, né tanto meno per la strada stessa, che se fosse a senso unico (così come il tempo) sarebbe un bel guaio: non so voi, ma io non voglio fare l’esperienza di tornare indietro in autostrada facendomela contromano così sicuro che non succeda niente…

Ho semplificato molto, ma spero che il punto si sia capito.

Risulta quindi un po’ difficile pensare che tutti i cambiamenti temporali fatti in Avengers Endgame non abbiano influito minimamente nel tessuto spaziotemporale, nonostante l’accortezza di Banner e di Cap nel riportare le gemme lì dove erano state prese, perché nel frattempo sono successe alcune piccole cose che potrebbero aver aperto le derivazioni così pericolose per la realtà. Vediamone qualcuna.

Quando Iron Man fallisce nel rubare il Tesseract, questo finisce nelle mani di Loki, che semplicemente sparisce e se lo porta via. Il Tesseract quindi è uscito dalla normale linea temporale, e nella migliore delle ipotesi si è creata una deviazione, oppure tutti gli eventi che portavano la Gemma dello Spazio sul guanto di Thanos potrebbero non avvenire più.

Thor, nella sua visita ad Asgard, prima di andare richiama il martello e lo porta con sé; ma così facendo priva il più giovane se stesso di quell’oggetto durante tutto il templo precluso dalle vicende di Endgame: in quel frangente, il Thor dei precedenti film non dovrebbe avrebbe a disposizione Mjollnir nelle sequenze di combattimento ad Asgard.

Nebula uccide la giovane se stessa. Non mi aspetto necessariamente che la Nebula “grande” sparisca all’istante, ma questo è di fatto un “paradosso del nonno”, con l’aggravante non da poco di averlo fatto su se stessi!

E poi, la meraviglia delle meraviglie: nella battaglia finale, gli Avengers uccidono Thanos, ma una versione del titano che non ha ancora schioccato le sue “dita dell’infinito”. Morendo prima di poter fare tutto il casino, gli eventi di Infinity War non dovrebbero più accadere (perché Thanos è già morto e non arriverà mai a collezionare le gemme!); questo ci porterebbe a una situazione – peraltro molto comune nei viaggi nel tempo – in cui l’obiettivo del viaggio è eliminare la causa per cui si fa: un controsenso, un paradosso, che la realtà non dovrebbe poter sostenere.

È la situazione di The Time Machine, dove Alexander Hartdegen decide di costruire una macchina del tempo per impedire la morte della fidanzata, ma se ci riuscisse non costruirebbe mai la macchina del tempo e non potrebbe fare il viaggio. Per questo egli arriva alla conclusione per cui “Potrei tornale indietro 100 volte, e la vedrei morire 100 volte”.

Quali conseguenze per l’universo (Marvel)?

Questi sono di solito i paradossi che, se irrisolti, rischiano di mandare a gambe all’aria il continuum spazio temporale tanto caro a Doc Brow. Potrebbero distruggere l’universo, in questo caso quello cinematografico della Marvel che comincerebbe ad avere problemi di coerenza temporale e narrativa, e sarebbe un vero peccato visto che finora se la sono cavati alla grande per ben 10 anni, e non era facile.

La cosa però potrebbe trasformarsi in qualcosa di “buono”: potrebbe diventare il motore narrativo della prossima saga Marvel, almeno nella parte iniziale: se il casino rischia di sconquassare l’universo, magari qualcuno si muoverà per rimettere le cose a posto (i Celestiali, visto il prossimo film sugli Eterni? Boh, vedremo, io la butto lì) e diventare una nuova potenziale minaccia.

Personalmente, non mi sorprenderei se si vedesse qualcosa in tal senso, ovvero nello ristabilimento di una realtà coerente e lineare, nel prossimo film su Doctor Strage che, come sappiamo, ha proprio il compito di proteggere la realtà.

Ce lo dirà solo il futuro, mi sembra proprio il caso di dirlo.

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Mario Iaquinta

Nato da sua madre “dritto pe’ dritto” circa un quarto di secolo fa, passa i suoi anni a maledire il comunissimo nome che ha ricevuto in dote. Tuttavia, ringrazia il cielo di non avere Rossi come cognome, altrimenti la sua firma apparirebbe in ogni pubblicità dell’8×1000. Dopo questa epifania impara a leggere e scrivere e con queste attività riempie i suoi giorni, legge cose serie ma scrive fesserie: le sue storie e i suoi articoli sono la migliore dimostrazione di ciò. In tutto questo trova anche il tempo di parlare al microfono di una web-radio per potersi spacciare per persona intelligente senza però far vedere la sua faccia. Il soprannome “Gomez” è il regalo di un amico, nomignolo nato il giorno in cui decise di farsi crescere dei ridicoli baffetti. Ridicoli, certo, ma anche tremendamente sexy, if you know what I mean…
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