La mancanza di un arto è un qualcosa che non si affronta facilmente e benché si possa sostituire con protesi che ci facilitano le cose, non sarà mai come averne uno vero.
Tuttavia, è recente la dichiarazione di alcuni scienziati kenioti che sostengono di aver realizzato una protesi in grado di riprodurre dei movimenti grazie a impulsi cerebrali. Parliamo di un vero e proprio braccio robotico.
Il braccio robotico non è più fantascienza
Questo braccio robotico potrebbe essere il primo esponente di una tecnologia in grado di cambiare la vita di tante persone.
Questo idea è stata sviluppata da David Gathu e Moses Kinyua: il braccio robotico viene alimentato da segnali cerebrali generati dal nostro cervello. I segnali vengono convertiti in corrente elettrica da un ricevitore auricolare biopotenziale “NeuroNode”.
Questa corrente elettrica viene quindi convogliata nel circuito del braccio robotico, che gli conferisce la mobilità.
Nel video di K24 TV sottostante assistiamo ad una piccola intervista dei creatori di questo innovativo sistema e ne vediamo il funzionamento. Chi lo testa non è diversamente abile, eppure l’esperimento fila liscio.
Il braccio è composto da diversi materiali tra cui legno riciclato e si muove verticalmente e orizzontalmente. Forse questo sarà davvero il primo passo per avere la possibilità di offrire una vita più comoda.
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