Deucalione, ecco come nasce il Mito del Lupo Mannaro

Il Mito di Deucalione in sintesi

Da sempre, il mito del lupo mannaro affascina la mente dell’uomo. Tanti, sono i bambini terrorizzati al solo sentir parlare di questa creatura e forse, è proprio questo il motivo per cui ancora oggi, la leggenda stuzzica l’immaginario di diverse culture in tutto il mondo. deucalione

Viene descritto come un uomo che durante la luna piena si trasforma in una bestia mostruosa, momento in cui perde il lume dell’umana ragione e comincia una scia di morte e sangue lungo tutta la durata della maledizione.

Ma chi fu il primo lupo mannaro della storia e come nasce il mito di Deucalione?

Deucalione… Licaone… Lycaon pictus… Queste figure possono aiutarci a capire come questa leggenda è sopravvissuta fino ai giorni nostri.

Deucalione e Pirra

Anche se non è particolarmente noto, Prometeo aveva un figlio il cui nome era Deucalione. Il fratello di Prometeo, Epimeteo, aveva sposato Pandora.

Epimeteo e Pandora ebbero una figlia, Pirra, personaggio importante in quanto ella fu la sposa del figlio di Prometeo.

Deucalione e sua cugina Pirra si unirono in matrimonio. Si stabilirono a Ftia, ai piedi del monte Parnaso, dove cercarono di regnare nel bene e sforzandosi di dare la pace ai proprio sudditi.

Deucalione e Pirra
Deucalione e Pirra

Ma dopo la scoperta del fuoco e grazie agli insegnamenti di Prometeo, gli uomini uscirono dal mondo primitivo e cominciarono ad ambire il potere, sentendosi al pari degli Dei.

Divennero superbi, cattivi, ambiziosi e maligni tanto da iniziare a combattersi tra loro. Come risultato, distruzione e caos avvolsero la Terra portando molte città alla rovina.

Zeus, infuriato per il loro malsano comportamento, decise di distruggere il genere umano con il Diluvio Universale.

Deucalione e Pirra furono risparmiati, perché il padre degli dei li riteneva onesti, giusti e saggi. Furono salvati su una barca dove navigarono per tutta la durata del Diluvio che proseguì per 9 lunghi giorni.

Il prezioso consulto dell’oracolo

Al termine del diluvio, Deucalione e Pirra giunsero sulla vetta del monte Pernaso da cui osservarono uno spettacolo di desolazione e rovina. Camminarono fino a trovare un tempio a loro familiare, in cui risiedeva l’oracolo di Temi, un’altra divinità.

Presi dallo sconforto per l’accaduto, gli chiesero consiglio e ciò che ne ricavarono fu un enigma:

Uscite dal tempio e gettate dietro le vostre spalle, le ossa della Gran Madre.

A lungo, Deucalione e Pirra cercarono di dare un significato a quelle parole e dopo tanti sforzi, capirono. L’oracolo si riferiva alla Grande Madre Terra e le sue ossa erano in realtà, le pietre.

mito di deucalione e pirra
L’Oracolo di Temi

I due eseguirono il consiglio dell’oracolo: presero le pietre e le gettarono dietro le loro spalle, alle pendici del monte. Non appena le pietre di Deucalione toccarono terra, si trasformarono in uomini, mentre quelle gettate da Pirra divennero donne.

Ripopolarono così la Terra e il genere umano tornò ad esistere.

Questa è la storia, secondo la mitologia greca, di Deucalione, figlio di Prometeo. Ma che cosa ha a che fare con Licaone?

La storia di Licaone: il primo lupo mannaro

Licaone era il figlio di Pelago e Melibea e aveva 50 figli, tra cui 2 femmine. Alcuni cittadini dell’antica Grecia erano particolarmente devoti ai Titani, come Prometeo, piuttosto che agli Dei dell’Olimpo.

Tanto che Licaone chiamò uno dei suoi figli come il discendente di Prometeo, Deucalione. Ma Licaone era malvagio e ben presto sfidò il volere degli dei…

licaone
Licaone

Lui e i suoi figli invitarono Zeus a un banchetto in cui la carne di manzo fu sostituita con quella umana. Furioso dell’inganno, il padre degli Dei distrusse l’intero luogo con fulmini e saette e punì severamente Licaone e la sua famiglia, trasformandoli in lupi.

I Druidi Lupi

Qui entrano in gioco i Druidi Lupi, legati alla mitologia celtica e che avevano un grande potere legato alla natura che egli stessi adoravano.

Licaone infatti chiese loro aiuto perché credeva che sapessero cambiare forma, per tornare a essere umano. Tuttavia non furono capaci di soddisfare la sua richiesta, ma insegnarono loro a mutare da una forma all’altra.

Secondo alcuni autori, questa storia è considerata il primo esempio di Licantropia, il cui nome deriva appunto da Licaone. Alcuni studi fanno ritenere che il mito di questa creatura abbia voluto rappresentare il rito del cannibalismo.

licantropo
Druidi Lupi o Licantropi?

Cos’è un Lycaon pictus

Esiste veramente Licaone, il licantropo che semina sangue e morte?

Ma ovviamente no… O comunque non del tutto. Parliamo del Lycaon pictus che non è un lupo mannaro pur avendone il nome. Si tratta di un canide lupino sudsahariano ed è il più grande canide dell’Africa.

lycaon pictus

E’ l’unico rappresentante del genere Lycaon, che si distingue dal Canis sia per il minor numero di dita che per la dentizione, tipicamente ipercarnivora.

Oggi questa specie è a rischio di estinzione. Sono poche infatti le popolazioni rimaste, all’incirca 6.600 adulti, di cui solo 1.400 sessualmente maturi. Ciò è dovuto alla frammentazione dell’habitat, alla persecuzione umana ma anche alle malattie trasmesse dai cani randagi.

E’ molto sociale, vive in branchi ed è un predatore che caccia di giorno, soprattutto antilopi. Tra i suoi nemici vi sono l’uomo, i leoni e le iene che spesso gli rubano le prede.

Il suo aspetto è simile a quello di una iena, infatti quando fu descritto per la prima volta nel 1820 da Coenraad Temminck, questo animale fu chiamato erroneamente Hyaena picta e venne classificato come un appartenente al genere degli spazzini africani.

Oggi sappiamo che si tratta di un canide ben lontano da una connessione con le iene e fu riconosciuto come tale solo nel 1827 da Joshua Brookes che lo ribattezzò in Lycaon tricolor. 

Lycaon pictus pictus è la sottospecie e la si deve a Coenraad Jacob Temminck che la classificò nel 1820.

Questo fantastico animale venne raffigurato da diverse culture africane, in particolare dagli egizi predinastici e dai san. Probabilmente, è proprio grazie all’esistenza di questa magnifica creatura che dobbiamo l’eredità del mito.

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Tiziana

Difficilmente avvisterete questa donzella in città. Ama la natura e tutto ciò che ne fa parte ma non mettetela alla prova; farebbe di tutto per salvare il pianeta Terra, non si direbbe altrettanto per alcuni umani. Adora gli animali a tal punto da aver sviluppato un linguaggio che usa per comunicare esclusivamente con la fauna. E’ costantemente in compagnia dei suoi più fedelissimi collaboratori: Mirko e Billy. Laureata in Scienze Naturali, nel tempo libero decide di condividere le sue conoscenze con il Bosone. A proposito, Billy e Mirko non sono umani. Sono i suoi zupi.
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