E’ il momento di fare un rewatch di qualità quest’estate, perciò preparate pop corn e kleenex. Perchè? Spoilerone: il film Stand by me – Ricordo di un’estate compie trentacinque anni.
Nel 1986 uscì nelle sale questo film ormai più che maggiorenne. La regia era di Rob Reiner, e l’ispirazione del film proveniva dal racconto The body di Stephen King. Gordie, Chris, Teddy e Vern sono dei normali ragazzi di dodici anni che vivono a Castle Rock, noiosa cittadina dell’Oregon.
I quattro decidono di intraprendere un viaggio alla ricerca di un misterioso cadavere scomparso. Tra scazzottate, corse a perdifiato e risate, quella che era iniziata come un’avventura in stile Isola del tesoro, si trasforma in un viaggio di formazione, che conduce i ragazzi a maturare una nuova consapevolezza di se stessi, della vita e della morte.
Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. Gesù, ma chi li ha?
Gordie adulto.
Il tema dell’amicizia
L’amicizia è il fil rouge di Stand by me, un film in cui i maschi fanno i duri come si richiede loro nel 1959 (anno in cui è ambientato) ma se hanno bisogno di piangere lo fanno, e trovano la spalla di un amico. Riguardandolo oggi, notiamo tuttavia come la dinamica di gruppo sia sbilanciata a sfavore di Vern, che incarna lo stereotipo del ragazzino grassoccio semi-bullizzato dagli altri più fighi. Dinamica per altro presente in molti film anni Ottanta in cui si trovano gruppi di pari (riguardatevi i Goonies).
Il mondo dei “grandi”
Altro tema portante del film, è il rapporto con il mondo dei grandi (o quasi grandi). Tra poco Gordie lascerà gli amici perché si iscriverà al Ginnasio, e questo cambiamento epocale è atteso con trepidazione dal gruppo. Come ogni dodicenne che si rispetti, anche Gordie, Teddy, Chris e Vern vivono tra la voglia di crescere e la paura di cambiare.
Ognuno di loro porta in sé molto più di quanto si possa credere, e questo li rende diversi dai loro coetanei. Chris e Teddy, le due “spine nel fianco” del gruppo, sarebbero oggi definiti “ragazzi difficili”. In realtà, hanno solo avuto accanto modelli di adulti disfunzionali: il padre di Teddy ha un disturbo post traumatico da stress che lo ha portato in passato a fare del male al figlio; il fratello di Chris che è il rinomato teppista del paese; i genitori di Gordie, sconvolti per la perdita del figlio maggiore, se la rifanno con lui.
Questo film è un esempio dell’incomunicabilità tra questi due mondi, così vicini ma distanti l’uno dall’ altro anni luce. L’infanzia non è durata a lungo per i quattro amici, e di fronte a loro c’è un destino apparentemente già segnato.
Ecco perché l’avventura di un’estate assume le proporzioni epiche di un’avventura di vita.
La scena del treno sul ponte è il simbolo perfetto del film. Il tempo corre rapido sul percorso stabilito, ti travolge, e a te non resta che correre più veloce, o trovare un gruppo di amici con cui rallentarlo prima della prossima stazione, sospenderlo, magari il tempo di un’estate, di un racconto, che sia inventato e disgustosamente esilarante (…) o che si tratti di un racconto vero.
Film pop anni 80, Marino e Stefanini, Becco giallo (p. 305)
Ci penserà il tempo a pareggiare i conti.
Se non avete ancora visto Stand by me, andate subito a rimediare. Se lo avete visto, il millesimo rewatch si colorerà di nuove sfumature. Ad ogni modo, sono passati trentacinque anni.
Alla fine di questo articolo, c’è chi sta cantando la colonna sonora di Stand by me, e chi mente.
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