Il Gamesweek di Milano è uno di quegli eventi che avrei voluto visitare almeno una volta nella vita.
Ne ho sempre sentito parlare e l’attrattiva di visitare una fiera di soli videogames e giochi mi attraeva davvero, davvero, davvero molto.
Da quando lavoro con il mio attuale socio e collaboratore Danilo, ci eravamo ripromessi di andare lo stesso anno al Gamesweek, ed essendo che a causa del mio lavoro fuori non ci vedevamo da un po’, sarebbe stata una buona occasione per passare una giornata insieme.
Approfittando della cosa per visitare una città che ancora non avevo avuto il piacere di vedere, sfruttando ancor di più la cosa andando ad ascoltare la diretta dello Zoo di 105 (di cui sono fan da 15 anni e più), sotto la loro sede a Milano!
Ovviamente il viaggio non è stato privo di imprevisti.
Per chi mi conosce, sa che qualunque cosa decida di fare, irrimediabilmente qualcosa va storto, ma qualunque cosa accada, alla fine risolvo sempre tutto.
A causa di ritardi del treno, furti, imprevisti divertenti, febbre, o semplicemente l’addetto alla biglietteria di Trenitalia mi dice che il biglietto del treno costa dai 77€ in su, negando la presenza di offerte pure con lo schermo del cellulare davanti, e costringendomi ad acquistarli alla biglietteria automatica, la trasferta di Milano è stata una bella avventura.
Ammetto però che dalla stazione di Rho-Fiera Milano all’ingresso, ho perso molto più tempo nell’attesa di ricevere il mio pass, in fila con youtuber che avevano 12 iscritti, che a fare un giro di tutti i padiglioni.
I padiglioni usati per la fiera, l’8 e il 12 di Fiera Milano, erano ottimamente organizzati, era chiaro infatti che ogni spazio fosse pensato nel minimo dettaglio.
Ma visitata con coscienziosità, e senza fare file, il tutto dura un’oretta o due.
Ma cosa c’era di così interessante da dover visitare il Gamesweek quest’anno?
Beh, la mia prima tappa per me è stato allo spazio dedicato al retro gaming.
In particolare lo spazio in cui i ragazzi di Vintage Games Party hanno permesso ai giovani di scoprire la bellezza dei giochi dei tempi passati, e ai più grandi hanno permesso di tornare bambini divertendosi ai giochi che hanno contraddistinto la loro infanzia.
Lorenzo e Damiano, i due ragazzi che stanno dietro al “party” (due amici che approfitto per salutare), hanno portato due chicche che hanno attratto ancor più delle console di vecchia data sistemate ai buon vecchi schermi a tubo catodico, ed ai magnifici cabinati personalizzati, da loro stessi costruiti e potete vedere su Artigiancab.
Si parla del PADDONE del NES e del Gameboy formato King Kong (nomi inventati da me ora).
Il primo lo avevano già presentato in tante altre occasioni, e come sempre, ha attirato la curiosità dei passanti che, a due a due, provavano a superare il primo livello di Super Mario Bros. con un Joypad formato famiglia.
Il gameboy enorme, invece, è stata una nuova attrattiva che hanno presentato in anteprima, e che se posso ammetterlo, ha lasciato senza parole anche me, se pur ero stato avvertito di aspettarmi qualcosa di “grande” per l’occasione.
Ok lo ammetto.
Sono un nostalgico ed un amante dei giochi pixellosi.
Ma non c’erano solo cabinati e vecchie console al Gamesweek.
Un altra tappa che non potevo perdere era lo stand dell’ Xbox one X, definita la più potente console al mondo.
Dopo aver saltato la fila grazie al tesserino stampa, ed aver ricevuto gli sguardacci della folla che attendeva da ore, sono riuscito a provarla.
Ho trovato due file di Console.
Una con giochi già visti, una con esclusive in anteprima.
Purtroppo mi è stato chiesto di non parlare delle anteprime provate… Ma lasciate che vi dica una cosa: A giudicare da quello che ho visto, l’ Xbox one X avrà molto più da offrire che la semplice grafica e potenza.
Certo, se poi mi annullano pure questi giochi come hanno fatto come scalebound, farò alla mia Xbox One quello che ho fatto alla Ps-vita quando Sony, per più di un anno, ha annunciato e smentito, in vari “troll” secondo loro divertenti, Monster Hunter Frontier… Ci metterò una croce sopra e la casa video ludica per me sarà morta.
Sonari e fan della Playstation, non temete, ho provato molti titoli ed ho visto molte “anteprime” anche sulla PS4.
Prima di tutto ho provato il nuovo Assassin’s Creed origins.
Che mostra sempre le solite meccaniche, anche se i combattimenti sembrano migliorati ed il protagonista ha un set di armi fighe… Esclusione fatta per l’aquila che ricorda un drone telecomandato e la freccia che curva al punto da far invidia al Batarang telecomandato visto in Batman Arkham Knight.
Ho visto il trailer di Days Gone.
Che aspettavo e volevo mostrarvi.
Solo che non mi hanno permesso di fare foto (giustamente), e non mi ha comunque detto niente.
Di Falsi trailer Gameplay in stile E3 ne ho piene le tasche.
E poi una rivelazione.
Lo dico subito, sono un fan degli Arc System Works.
Credo di essere uno, dei pochi videogiocatori di picchiaduro rimasti in Italia, che gioca ancora oggi a Guilty Gear Xrd.
E devo dire, che il Dragon Ball Z Fighter degli ASW, è un piccolo capolavoro.
Abbandoniamo infatti il vecchio gameplay (ottimo, per carità), dei Budokai Tenkaichi e dello Xenoverse 2, per averne uno più maturo, da esperti, dove per fare le combo non basta schiacciare ossessivamente, ma serve il giusto tempismo.
C’era così gente che non ho potuto fare un video, ma vi assicuro, un gran divertimento giocarci.
Sicuramente uno dei giochi di lotta migliori di sempre.
Speriamo solo inseriscano qualche altro personaggio in più, come Kid Bu, Cooler, Broly e Gohan adulto in modalità Suprema.
Quest’ultimo soprattutto perché è il personaggio preferito del mio cognato adolescente, e siccome si ostina a volermi sfidare ai giochi di lotta prendendone di santa ragione, mi divertirei ancor di più a batterlo.
Uno dei migliori giochi provabili all’evento.
Mi sono dovuto spostare un po’ per trovare qualcosa che meritasse come Dragon Ball Z Fighters.
Per l’esattezza nella zona Nintendo.
Approfittando di una pausa alla zona famiglie con i Lego, che non fa mai male.
Una buona trovata, a parer mio, che riesce a portare divertimento per i bambini di tutte le età!
Di casa Nintendo ho provato prima di tutto Arms.
Un gioco molto divertente, da giocare coi Joycon, che è stato pure proiettato su grande schermo in sfide serrate all’ultimo tasto.
Mi sono rifiutato di provare Pokken Tournament DX.
Da quel che avevo provato, in una fiera organizzata dalla mia ex associazione, ho notato che è cambiato veramente poco.
Se fosse stato migliorato, il voto passerebbe da uno scarso ad un mediocre.
Ed è un peccato, vista la potenzialità del titolo
Secondo me le rivelazioni di Nintendo sono state due.
Prima di tutto Mario + Rabbids kingdom battle.
Che non solo è un gioco davvero divertente, al contrario delle aspettative, ma è l’esempio di come due franchise tanto diversi possono convivere tanto bene.
Non vedevo una così bella sinergia dai tempi del primo Smash Bros.
Poi, primo SU tutti, Super Mario odyssey.
Il gioco, che da quel che avevo visto, sembrava un evoluzione del Super Mario Sunshine, ma mi ha fatto ricredere.
Io non ho mai apprezzato i titoli in 3D della saga dell’idraulico italiano.
Ma cavolo, Odyssey è davvero bello.
A giudicare da quello che ho provato, ogni area avrà più missioni secondarie che possiamo intraprendere o no, è completamente esplorabile (power up permettendo), ma sembra proprio lo abbiano pensato in pieno stile Legend of Zelda: Breath to the Wild: vecchio franchise, trama e gameplay semplici, ma tutto nuovo.
Sembra proprio che Nintendo stia per offrirci un altro gran titolo.
Di bello non c’è stato solo Dragon Ball z Fighters e Super Mario Odyssey, altrimenti che Gamesweek sarebbe stato?
Solo che, nonostante abbia visto tanti altri titoli come Forza Motor Sport 7, e ne abbia evitati tanti altri come League of Legend e Minecraft, ho preferito focalizzare la mia attenzione su altro.
Ammetto che tra tutti i titoli presenti al Gamesweek, uno in particolare dovevo provarlo.
Era dai tempi di Stick of Truth che lo aspettavo… E finalmente sono riuscito a vederlo, nonostante i numerosi ritardi che ha subito.
E si parla di South Park: The Fractured but Whole!
South Park: Scontri di-retti, in italiano …
Con un gioco non troppo complicato e cattivo quanto basta.
Tra battute sagaci e personaggi iconici della serie, ovviamente, è consigliato soprattutto ai fan della serie… Come me!
Poi ho dedicato un po’ di tempo agli indie.
Noi, in Italia soprattutto, viviamo in una società dove il nome è tutto.
A me è stato insegnato che è la persona a far importante il nome, non il contrario… Ma non mi è stato insegnato che per gli altri non è così.
Non è facile sfondare se non si è nessuno.
Soprattutto in un settore, quello dei videogiochi, dove quei nomi affermati vendono a prescindere.
Non a caso le file per giocare a Call of Duty o Fifa18 era interminabili.
Due bei giochi, ma successi annunciati.
Proprio per questo al Gamesweek c’era un area apposita per gli sviluppatori Indie.
Erano davvero tanti e tutti magnifici a modo loro.
Che siano molto semplici come Circle of Sumo, dove prendiamo il controllo di un corpulento lottatore e bisogna caricare gli avversari come non ci fosse un domani!
Che abbiamo le atmosfere di Follia: Dear Father, che mi ha ricordato, per il suo stile scuro e tetro, il primo Outlast, oltre che per le ambientazioni e l’ansia che provoca.
Che si mostrino imprevedibili come Riot, il simulatore di scontri tra manifestanti e polizia, un idea che non mi sarebbe mai passata per la testa, bisogna dire che tutti gli indie sono stati una buona alternativa ai titoli tripla A.
Ma in particolare, sono stati tre indie ad aver attirato la mia attenzione in questo GamesWeek di Milano.
Sin dall’inizio, dove vediamo colpi di scena dai primi secondi di gioco, avevo capito che stavo provando un piccolo gioiello.
Uno sparatutto, con sessioni stealth, che fa della storia e delle meccaniche il suo punto di forza, è che mi ha ricordato per molti versi i film polizieschi ormai datati.
Purtroppo l’ho potuto provare per poco, ma già dopo la prima missione ed il primo boss sentivo che ero stato rapito.
Mi è dispiaciuto non provare la modalità per più giocatori, anche se, detta dallo stesso sviluppatore, è un buon modo di divertirsi con gli amici … e da un multiplayer io non chiedo altro.
Il secondo Indie è Slap and Bean.
Schiaffi e Fagioli, per chi non lo avesse capito.
Dove vediamo un Bud Spencer ed un Terence Hill attraversari vari scenari che ricordano tanto loro vecchi film (come uno scenario western), menando chiunque si ci pari di fronte affrontando piccole sessioni platform per due giocatori …
… Serve altro per amarlo?
Ed in fine, ma non ultimo, Diamonst.
Diamonst, ha attirato subito la mia curiosità, perché da lontano mi sembrava una brutta copia di Pokemon Go e volevo verificare.
Poi lo ho provato, ed ho capito che Pokemon Go non può neanche pulirgli le scarpe.
Si tratta infatti di un gioco a realtà aumentata, un rpg per l’esattezza, che ci permette di posizionare nell’ambiente circostante la nostra squadra di mostri (parlando della demo), per affrontare un png dotato di IA propria.
Il gioco è in fase di sviluppo, ma sembra promettere bene.
Ha quel tema in stile i primi giochi dei Digimon, che ricorda l’invizimalss per PSvita, e quel sistema di combattimento in stile Pokemon, sapientemente giostrato e stranamente nuovo.
Non si può che lodare gli sviluppatori per aver mescolato cose già viste tra loro riuscendo ad estrarre un qualcosa di nuovo.
Oltre questo c’era ancora molto da vedere e provare.
Come i simulatori di guida per Project Cars 2.
Che Provarli è stato uno spettacolo.
Io che sono un amante dei Joypad credo di non poter giocare diversamente a nessun simulatore di guida senza uno sterzo!
Come uno spettacolo erano i case e gli accessori targati Intel, allo zona adibita per l’occasione, che si potrebbe definire un piccolo museo moderno.
Oltre ad una buona occasione, per chi gioca su PC, per vedere i pezzi migliori sul mercato!
Poi noto il Gundam a grandezza umana portato dalla bandai!
Ormai lo dovrebbero sapere tutto che sono un fan dei robottoni giapponesi!
E il Gundam RX 78 è uno dei miei preferiti!
Fosse stato per me me lo sarei portato volentieri a casa … ma quelli della bandai non volevano!
E poi sono stato male provando il VR.
Non riesco proprio ad abituarmi al motion sickness …
Ringrazio il mio pass per aver avuto l’accesso a tutto questo e molto altro!
Come lo ringrazio anche per avermi fatto entrare dieci minuti prima ed avermi permesso di scattare qualche foto allo stand di Gamestop.
Gli stand di vendita erano distribuiti un pò in tutta l’area, erano ben forniti, ma gamestop ha letteralmente sbancato riuscendo ad offrire ottimi giochi a buon prezzo.
Credetemi, non badate alle foto che ho scattato prima che la gente entrasse… La fila poteva riempire da solo uno dei padiglioni.
Ammetto però che ho approfittato anche io degli sconti, acquistando un titolo che volevo giocare a poco prezzo e prendendo per la mia compagna il cofanetto dei dvd di Harry Potter… Così mi porto avanti coi regali di natale.
Proprio quando non c’era nessuno sono riuscito a fotografare lo spazio dedicato a Tim Schafer, il creatore di Grim Fandango, per chi non lo sapesse.
Per chi non sapesse che gioco è Grim Fandango… beh… recuperatelo!
Poi c’è stata la parentesi razzismo.
Mi accingo ad entrare nella sala stampa, la Domenica mattina, per informarmi sulle conferenza della giornata, quando la ragazza all’ingresso mi dice:
“Fermo! Qui non puoi entrare perché sei del colore sbagliato!”
Mi sale il “nigga moment” (Cit. tratta dal cartone animato The Boondocks), e chiedo se non potessi entrare perché sono Nero.
Lei ridendo mi dice che non è il colore di pelle sbagliato ad essere sbagliato, ma il colore del badge, che invece di essere verde, per un errore, me lo hanno dato arancione…
Non è comunque una forma di razzismo?
Beh, almeno ho un aneddoto divertente da raccontare!
Anche se qualche nota dolente c’è.
C’era molta gente, e nei padiglioni non si respirava nelle ore di punta.
E’ stato un peccato vista la buona gestione, che sembra aver peccato solo sulla stima dei numeri fatti.
C’erano davvero pochi Cosplayer, che non sono riuscito a fermare per fotografare a causa della mole di gente che occupava ogni centimetro libero.
E purtroppo, dei due padiglioni, il secondo non reggeva il paragone con il primo.
L’ottavo infatti aveva stand di vendita, postazioni giochi, e gli stand come Gamestop e la zona Nintendo, oltre al Vintage Games Party che faceva la sua figura … nel padiglione 12, oltre all’attrattiva dello stand di Radio 105, radio ufficiale dell’evento, che ha presentato sfide a colpi di Dragon Ball e Fifa, mancava la stessa attrattiva, ed è un peccato visto che anche qui c’erano stand di vendita con ottimi prezzi, se si cercavano gadget ed atcion figure, oltre ad una zona per imparare a pilotare i droni.
Il Games Week di MIlano è un gran Evento.
La pulizia è ottima.
La sicurezza è ottima.
Ben organizzata e ben gestita.
Ma qualcosa manca.
Non mi pare di aver visto lo stesso spirito che vedo in tante piccole fiere del fumetto.
Non sembrava infatti ci fosse quella voglia di avventura, di scoperta, di divertimento che rende l’esperienza magica.
Il tutto si può riassumere in: “fare ore e ore di fila per godersi cinque minuti di attrattive meravigliose.”
Nello scrivere questa recensione mi sento quel professore che parla coi genitori e dice: “Suo figlio è bravo, ha potenziale, va bene, ma non si applica.”
Che suona quasi da presa in giro.
Ma così è … da una fiera affermata, ci si aspetta di più.
Non serve migliorarsi ogni anno, basta mantenere gli standard sullo stesso livello che ti ha reso famoso.
Ma se si perde quel brio, vale la pena di visitarla?
Lascio a voi la decisione.
Il mio consiglio è di andare, se vi capita, e passarci anche solo mezza giornata.
Toccate con mano e tirate le vostre conclusioni.
In fondo non c’è persona più fidata a cui chiedere se non noi stessi!
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