Io, la luna di Giove che si scioglie dall’interno

Io, uno dei principali satelliti di Giove, è la luna più vulcanicamente attiva di tutto il sistema solare. Con oltre 400 vulcani attivi, questa luna ha attirato per decenni l’attenzione degli scienziati. Ora, grazie alla missione Juno della NASA, nuove scoperte stanno svelando i segreti della sua straordinaria attività vulcanica.

Fonte: https://gizmodo.com/jupiters-tortured-moon-astronomers-uncover-surprising-source-of-ios-intense-volcanic-fury-2000538522

La scoperta di Io: Una luna in fiamme

La natura vulcanica di Io fu scoperta nel 1979 da Linda Morabito, scienziata del Jet Propulsion Laboratory della NASA. Da allora, gli scienziati hanno cercato di capire come funzionasse il suo sistema magmatico sotterraneo. Recentemente, uno studio pubblicato su Nature, il 12 dicembre, ha rivelato che ogni vulcano di Io è alimentato da camere di magma autonome, smentendo l’ipotesi che un unico oceano di magma condiviso alimentasse i suoi crateri.

Missione Juno: Due sorvoli cruciali

La missione Juno, che studia il sistema di Giove dal 2016, ha effettuato due sorvoli ravvicinati su Io, uno a dicembre 2023 e l’altro a febbraio 2024. Durante questi passaggi, la sonda è arrivata fino a 1.500 chilometri dalla superficie, raccogliendo dati preziosi sulla gravità del satellite e sul fenomeno della flessione mareale.

Secondo Scott Bolton, ricercatore principale della missione presso il Southwest Research Institute di San Antonio, questi dati erano essenziali per rispondere a una domanda rimasta aperta per decenni:
I vulcani di Io sono alimentati da un oceano di magma poco profondo o da fonti localizzate? Grazie a Juno, abbiamo finalmente una risposta“.

Magma che cola

La flessione mareale: Una deformazione continua

La flessione mareale è un fenomeno in cui un corpo celeste subisce deformazioni a causa dell’attrazione gravitazionale di un altro corpo vicino. Nel caso di Io, l’orbita ellittica attorno a Giove causa variazioni nella distanza tra i due corpi, generando deformazioni e compressioni continue. Questo movimento crea un attrito interno che produce enormi quantità di calore, sufficienti a fondere le rocce all’interno del satellite.

Bolton spiega:
Questa deformazione continua genera energia sufficiente a sciogliere parti interne di Io, alimentando la sua intensa attività vulcanica“.

Camere di magma autonome: Una scoperta rivoluzionaria

Contrariamente a quanto si pensava, i dati raccolti da Juno indicano che Io non possiede un oceano globale di magma sotto la superficie. Invece, i suoi vulcani sono alimentati da camere di magma singole, ciascuna indipendente dalle altre.

Se Io avesse avuto un unico oceano magmatico, la firma della deformazione mareale sarebbe stata molto più evidente“, afferma Bolton.

I ricercatori hanno confrontato i dati di Juno con quelli provenienti da missioni precedenti e da telescopi terrestri, giungendo alla conclusione che la struttura interna di Io è composta principalmente da rocce solide, interrotte da camere di magma distribuite localmente.

Implicazioni per altri mondi

Queste scoperte non riguardano solo Io, ma potrebbero influenzare lo studio di altri corpi celesti, come i satelliti ghiacciati Encelado ed Europa, noti per le loro attività geologiche, e persino esopianeti lontani.

Ryan Park, co-investigatore della missione Juno, ha dichiarato:
La scoperta che le forze di marea non sempre creano oceani unici di magma ci spinge a ripensare ciò che sappiamo sulla formazione e l’evoluzione dei pianeti e dei satelliti. Questo apre nuove prospettive non solo su Io, ma anche su altri mondi“.

Conclusione

La luna Io, con la sua straordinaria attività vulcanica, continua a stupire gli scienziati e a fornire indizi cruciali sull’evoluzione del nostro sistema solare. Grazie ai progressi della missione Juno, la comprensione di questo satellite “martoriato” sta facendo passi da gigante, arricchendo la nostra conoscenza non solo di Giove, ma anche dei meccanismi che governano i mondi vulcanicamente attivi.

Antonio Cesonate

Amante di libri e film, specialmente thriller psicologici perché ama farsi andare in pappa il cervello. Scrive canzoni e racconti, o almeno ci prova. Appassionato di letteratura e triste perché ha terminato la bibliografia di Bukowski troppo velocemente.

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