La tribù del mare di Avatar 2 esiste sul serio: ecco i Bajau indonesiani

Molti di noi avranno sicuramente visto Avatar 2: La Via dell’Acqua. Il film d’animazione 3D di James Cameron è stato campione d’incassi sebbene la storia lasciasse un po’ a desiderare. Una delle introduzioni più interessante nella saga è stata quella dei Metkayina, la tribù che vive principalmente nell’acqua e a cui il protagonista si rivolge in cerca di salvezza. Bene, esiste una tribù molto simile a questa nel mondo reale e si chiama Bajau.

I Bajau si sono adattati a vivere in “condizioni acquatiche”

Prima di vedere nel dettaglio le caratteristiche fisiologiche della tribù Bajau, c’è da dire una cosa. James Cameron ha riconosciuto che la realizzazione del film Avatar II è stata ispirata dagli indigeni Bajau. Questi, sono nomadi che vivono non sulla terraferma ma in acqua. Il popolo Bajau vive in riva al mare in un’area triangolare al confine con le Filippine, l’Indonesia e la Malesia. Nello specifico si trova proprio sulla parte delle isole bagnata dall’oceano e quindi, biologicamente, ha subito un’evoluzione diversa dagli umani che hanno vissuto nell’area continentale in generale.

Bajau

Andiamo nel dettaglio. I Bajau hanno una milza più grande e più lunga degli umani della terraferma. La milza umana si allarga quando è in acqua e infatti non è un segreto che i nuotatori professionisti di solito abbaino milze più grandi che sono in grado di pompare più ossigeno più rapidamente. Grazie a queste milze, il popolo indigeno è in grado di nuotare in acqua più a lungo così come trattenere il respiro per più tempo. Ovviamente, anche i polmoni sono più grandi del normale e le pareti addominali degli abitanti delle isole sono più flessibili per permettere una respirazione che li avvantaggi.

Bajau

Ma andiamo più nel dettaglio, perché è bene conoscere questo popolo sotto tutti i punti di vista. Geneticamente, si può dire che i Bajau abbiano un gene mutante (nel senso scientifico del termine) con una quantità maggiore di PDE10A e BDKRB2 rispetto al normale. Tradotto significa che hanno una vasocostrizione periferica come risposta all’immersione in acqua, la quale stringe efficacemente le aree non critiche del sistema circolatorio. In parole povere viene pompato più sangue agli organi vitali come cuore, polmoni e cervello.

Un’altra caratteristica molto interessante è quella che riguarda la vista. Sembra che gli abitanti di questi posti siano in grado di vedere quasi perfettamente sotto l’acqua. I loro occhi infatti, si sono abituati talmente tanto a stare sotto l’acqua da essersi abituati a vedere non sfocato in immersione.

Fonte | National Geographic

Gianluca Cobucci

La sua vita è cambiata quando ha letto una frase di William Edwards Deming: "Senza dati sei solo un'altra persona con un'opinione". Da quel momento ha iniziato a leggere e approfondire perché ha fame di conoscenza. Sa a memoria "Il Silmarillion" e cerca di diventare uno Jedi.
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