Nella cultura giapponese, il Kojiki è il testo più antico e racchiude miti e leggende, ma racconta anche la nascita del Giappone; fonte di ispirazione per la religione shintoista, qui viene riportato uno tra i miti più importanti, da cui sono nate tradizioni – come il misogi – che ancora oggi sono radicate e rispettate nella cultura giapponese. Stiamo parlando del mito di Izanagi e Izanami.
Il manoscritto fu compilato nel VII secolo su ordine del sovrano Tenmu del clan Yamato, al fine di documentare le sue prodezze e la sua supremazia sul territorio.
Ricordiamo infatti che il clan, ai tempi, deteneva poteri sacerdotali, politici e militari e il testo serviva a sottolineare e legittimare nel tempo la potenza della casata voluta da Amaterasu O-Mi-kami, dea del sole nella cultura shintoista.
Izanagi e Izanami
Questa breve introduzione era doverosa farla, perché il mito di Izanagi e Izanami lo ritroviamo anche nell’anime Naturo, a testimonianza del fatto che il popolo giapponese è da sempre culturalmente legato ai suoi testi.
![il mito di izanagi e izanami](/wp-content/uploads/izanagi-e-izanami-1.jpg)
Il mito racconta che le primissime divinità diedero vita a due esseri divini, una con l’essenza maschile di nome Izanagi e una con quella femminile, Izanami. Erano fratello e sorella, ma anche marito e moglie a cui fu affidato un importante compito: dare vita alla Terra.
Per portarlo a compimento, gli fu donata Amanonuhoko, l’alabarda celeste della Palude con cui la coppia si diresse all’Amenoukihashi, il ponte che univa il Cielo alla Terra, dove mescolarono il mare sottostante con l’alabarda.
Dalle gocce che colarono dalla lama, nacque l’isola di Onogoro dove la coppia costruì un pilastro chiamato Amenomihashira e attorno ad esso un palazzo dove poter concepire dei figli.
La nascita delle altre isole del Giappone
Dopo essersi uniti in matrimonio, Izanagi e Izanami diedero vita ad altre isole e alla nascita di nuovi dei tra cui Kagatsuchi. Quest’ultimo rappresentava il fuoco e durante la sua nascita, Izanami morì per aver subito gravi danni dalle fiamme che scaturirono durante il suo concepimento.
Il compagno, distrutto dal dolore, decise di andare nel regno dei morti – Yomi – per raggiungere la sua amata e riportarla indietro. Ma quando vide il suo corpo decomposto e oramai parte del regno dei morti, si spaventò e volle ritornare nel regno dei vivi.
Al suo ritorno, Izanagi si purificò nella sorgente chiamata Ame-no-yoko-no-ido per liberarsi dalle impurità accumulate nel regno dei morti e dall’influenza negativa di Yomi. Nacquero altre divinità come Amaterasu (la dea del sole), Tsukuyomi (il dio della luna) e Susanoo (il dio della tempesta), ma a causa del suo dolore, generò anche diversi demoni.
Le varianti della leggenda di Izanagi e Izanami
E’ opportuno precisare che esistono delle varianti del mito di Izanagi e Izanami, anche all’interno del testo sacro stesso. Un esempio è la morte di Izanami, secondo cui non muore durante il concepimento ma venendo ustionata nella creazione delle isole. Anche per quel che riguarda il viaggio negli inferi ci sono delle varianti, come ad esempio l’intervento di spiriti che mettono alla prova Izanagi.
![come nasce il giappone](/wp-content/uploads/torii-1024x683.jpg)
Ma qual è la morale del mito?
Come ogni mito che si rispetti, la sua interpretazione è complessa e il significato dipende dal contesto culturale e dalle credenze. In generale, dal mito si può evincere l’importanza per la vita e per la morte come parte integrante degli eventi, mentre la purificazione di Izanagi rappresenta la rigenerazione e il rinnovamento.
La cultura giapponese è molto legata ai temi della vita e della natura; questa leggenda rappresenta proprio il legame con essa, la ciclicità della vita e la necessità di accettare eventi dolorosi come parte integrante del ciclo vitale.
Izanagi e Izanami sono due figure molto importanti nella religione shintoista, in quanto rappresentano la fertilità e il legame con la vita stessa. Questo legame è così profondo che ancora oggi il mito di Izanagi e Izanami viene raccontato e celebrato con rituali, feste tradizionali e opere d’arte.
Nel mese lunare di ottobre viene infatti celebrato il Kannazuki no Mikoto, che letteralmente significa “il mese senza divinità” in cui si pensa che gli dei siano impegnati ad ascoltare i desideri umani, mostrando particolare rispetto per Izanagi e Izanami. Vengono inoltre incluse preghiere, riti ed offerte simboliche in onore dei due dei, ringraziandoli di aver creato il mondo e chiedendo la loro protezione.
Il Kannazuki no Mikoto è presente nella maggior parte delle aree giapponesi, ma in alcune il rituale assume un profondo significato creando una connessione con la natura e le tradizioni. Ad esempio, nella regione di Kansai che comprende Kyoto, rinomata per i suoi antichi templi e santuari; anche nella regione di Kyushu – che comprende la città di Nagasaki – il rituale è molto sentito e vede una profonda devozione degli abitanti alla leggenda.