Una straordinaria moneta d’oro di epoca romana, risalente al 43-42 a.C. e raffigurante Marco Giunio Bruto, è stata recentemente venduta all’asta per la cifra record di 1,89 milioni di franchi svizzeri (circa 2 milioni di euro). L’asta, organizzata dalla Numismatica Genevensis SA a Ginevra, ha visto un acquirente europeo aggiudicarsi questo prezioso esemplare, considerato uno dei più rari del suo genere.
Bruto e il complotto contro Cesare
Marco Giunio Bruto, figura di spicco della politica romana, è ricordato principalmente per il suo ruolo nel complotto che portò all’assassinio di Giulio Cesare nel 44 a.C. Bruto, insieme a Gaio Cassio Longino e un gruppo di altri senatori, pianificò l’omicidio come reazione al crescente potere autoritario di Cesare. Il dittatore, pugnalato 23 volte dai congiurati, si dice abbia accusato Bruto di tradimento con la celebre frase: “Tu quoque, Brute, fili mi?” (Anche tu, Bruto, figlio mio?).
Dopo l’assassinio, Bruto e Cassio dovettero affrontare l’indignazione del popolo romano. Costretti all’esilio, si rifugiarono nelle province orientali e intrapresero una campagna militare per consolidare il loro potere.
La moneta di Bruto: un pezzo di storia
Per finanziare le sue truppe, Bruto fece coniare diverse monete, tra cui l’aureo d’oro venduto all’asta. Questa moneta, straordinariamente rara, presenta sul fronte il ritratto di Bruto con la scritta “Brutus imp” (imperator), celebrando la sua vittoria contro la tribù tracia dei Bessi.
Sul retro della moneta, sono raffigurate due prue di navi, simbolo delle vittorie navali di Bruto e Cassio nel 42 a.C. contro le forze di Ottaviano e Marco Antonio. La scritta “Casca Longus”, visibile sul bordo, rende omaggio a Publio Servilio Casca Longo, uno dei cospiratori che partecipò al fatidico omicidio di Cesare e, secondo alcune fonti, il primo a colpirlo fisicamente.
Un oggetto raro e controverso
La rarità di questa moneta è data dal fatto che furono utilizzati solo sei conii per crearla, e la sua circolazione fu estremamente limitata. Inoltre, l’esemplare messo all’asta proviene dalla collezione del celebre numismatico Giuseppe Mazzini, aggiungendo ulteriore prestigio al pezzo.
Nonostante il suo valore storico, alcuni esperti hanno sollevato dubbi sull’autenticità della moneta. Un articolo del 2016 pubblicato sulla rivista The Numismatic Chronicle ha messo in discussione l’asse di allineamento del conio. Mentre le monete autentiche presentano un allineamento “a ore 12” (con il disegno frontale e posteriore perfettamente orientati), alcune varianti, come quella in questione, mostrano un asse leggermente spostato verso le “ore 6”.
Secondo Alain Baron, fondatore della Numismatica Genevensis SA, la moneta non è mai stata considerata dubbia dagli esperti che l’hanno esaminata dal vivo. Tuttavia, Liv Yarrow, storica romana presso la City University di New York, ha evidenziato come oggi il collezionismo di monete antiche sia sempre più al centro di discussioni legali ed etiche.
La vendita da record
L’aureo di Bruto, venduto per 1,89 milioni di franchi svizzeri, è uno dei soli 17 esemplari noti al mondo. Questo straordinario pezzo non è solo un oggetto di inestimabile valore economico, ma anche una finestra su un periodo cruciale della storia romana, ricco di intrighi, ambizioni e cambiamenti politici. La cifra raggiunta durante l’asta sottolinea l’interesse e la passione che questi antichi tesori continuano a suscitare nei collezionisti di tutto il mondo.