Nessuno me ne voglia ma quando penso USA penso alle bombe. E in questo caso penso bene, visto quello che sto per raccontarvi. La forza inarrestabile della natura contro l’ingegno umano, di questo si parla, e nello specifico di un vero e proprio bombardamento avvenuto dentro un vulcano (Mauna Loa alle Hawaii) nel 1935. È stato il primo di tanti, per la cronaca, che è ha portato a una serie di successi ma anche di fallimenti. Ma cosa ci insegna ciò?
Uomo contro natura: i bombardamenti nei vulcani per deviare i flussi lavici
Nel dicembre del 1935, il vulcano Mauna Loa eruttò minacciando la città di Hilo, Hawaii, con il suo flusso di lava. In risposta a questa minaccia imminente, fu presa una decisione senza precedenti: l’uso di esplosivi per tentare di deviare il corso della lava. Questo intervento segnò la prima volta nella storia in cui l’umanità tentò attivamente di modificare il percorso di un flusso lavico.
L’operazione consisteva nel sganciare 20 bombe da un totale di 3.6 tonnellate di TNT sulla lava in movimento, con l’obiettivo di collassare i canali rocciosi e i tunnel sotterranei che guidavano il flusso verso Hilo. Nonostante le impressionanti dimensioni dell’esplosivo utilizzato, l’intento non era distruggere il vulcano né arrestare l’eruzione, ma semplicemente dirottare il pericolo della lava che scendeva.
Gli esiti di tali tentativi sono stati oggetto di dibattito. Thomas Jaggar, fondatore e direttore dell’Osservatorio Vulcanologico delle Hawaii, dichiarò il bombardamento un successo, ma non tutti furono d’accordo. Le criticità dell’operazione emergono nella complessità di influenzare processi naturali di tale magnitudo. Tuttavia, l’evento del 1935 aprì la strada a future operazioni di deviazione lavica, segnando un punto di svolta nell’approccio umano ai disastri naturali.

Infatti, il caso di Mauna Loa non rimase isolato. Anni dopo, l’Etna in Sicilia fornì un altro esempio di intervento umano su un’eruzione vulcanica. A differenza delle Hawaii, l’operazione su Etna nel 1992 vide l’uso di esplosivi in maniera più mirata e tecnicamente avanzata, riuscendo a deviare il flusso di lava e proteggere la città di Zafferana Etnea. Questo successo dimostra che, sotto specifiche condizioni e con un’applicazione precisa, è possibile influenzare il percorso della lava.
Questi episodi però sollevano interrogativi sulla capacità dell’uomo di interagire con forze naturali così potenti. La vulcanologia, come campo di studio, beneficia di queste esperienze. Tuttavia, l’uso di esplosivi per deviare flussi lavici rimane una pratica controversa, intrinsecamente legata a condizioni molto specifiche e non priva di rischi e implicazioni etiche.
Le storie di Mauna Loa e Etna evidenziano un aspetto fondamentale della nostra relazione con la natura: il confine tra il tentativo di proteggere la vita umana e l’interferenza con processi naturali millenari. Queste narrazioni ricordano che rimaniamo vulnerabili di fronte alla grandezza della natura. Forse, più che cercare di dominare questi processi, dovremmo imparare a convivere con essi, rispettando i limiti della nostra influenza. Come non costruire ai piedi di un vulcano. Ad esempio.