Diciamoci la verità: nel 2018 è completamente anacronistico pensare di poter vivere senza smartphone e/o computer. Con tutta la buona volontà, un utente medio può decidere di utilizzarli il meno possibile, evitando di spendere tutta la propria giornata tra social network e video di gattini. Eppure eliminarli del tutto è decisamente più complicato. La maggior parte delle persone usa lo smartphone per lavoro, per trovare notizie online o anche per stare in contatto con i propri cari. Inoltre, vivendo nell’epoca del digitale, chi non vuole usare (o non sa usare) il computer si ritrova automaticamente tagliato fuori da molte realtà di vita quotidiana. Pensate di dover lavorare senza poter scambiare mail ma anche iscrivervi all’università, pagare le tasse, prenotare un biglietto aereo… Il tutto senza il vostro fedele compagno quadrato ad aiutarvi. È risaputo il fatto che i computer ed i telefoni cellulari emettano radiazioni elettromagnetiche (esattamente come i forni a microonde, i router Wi-Fi e molti altri elettrodomestici). I modelli di ultima generazione ne producono comunque molte meno rispetto a quelli più vecchi. Ma, al contrario del pc, gli utenti generalmente hanno un contatto molto prolungato con gli smartphone, il che li rende comunque dannosi per la salute.
Informarsi sul valore SAR degli Smartphone
Potrebbe dunque essere molto utile seguire alcuni accorgimenti per rendere minimo il danno (ahimè inevitabile del tutto). Il primo dei quali è certamente quello di informarsi in tempo utile (possibilmente prima dell’acquisto) su quale sia il valore SAR dello smartphone che ci interessa avere. Tale valore SAR è il numero che misura la velocità con cui, l’energia emessa da uno specifico cellulare, viene assorbita dai tessuti umani esposti alle onde radio, in uno specifico lasso di tempo. Vari modelli di Smartphone possono avere valori SAR molto diversi, l’importante è che non superino i limiti di sicurezza, pari a 2 W/kg in UE e 1,6 W/kg in USA.
Al momento attuale, tra i modelli più diffusi, quello con valore SAR più alto è lo Xiaomi Mi A1 (1,75 W/kg), seguito da OnePlus 5T (1,68 W/kg) e da un gran numero di modelli Huawei come il Mate 9 ed il P9. Gli smartphone con valore SAR più bassi risultano invece essere i Samsung e i Sony, in particolare l’ Xperia M5 ed il Note 8 che presentano i valore più basso in assoluto (0,14 e 0,17 w/kg). A metà strada troviamo invece gli iPhone, tra cui i più sicuri sembrerebbero essere i modelli SE ed X (0.7 e 0.9 W/kg circa).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che al momento non esistono ancora sperimentazioni e dati sufficienti per asserire con certezza che l’esposizione a tali radiazioni (al di sotto dei limiti di sicurezza: 0-300 GHz) possa avere effetti nocivi. Nonostante ciò, tali informazioni non dovrebbero essere ignorate da parte degli utenti.
Ma allora cosa fare?
Come già detto, eliminare del tutto il problema non è possibile, ma gestire i nostri amati cellulari in modo intelligente, potrebbe ridurre significativamente la nostra esposizione alle onde radio. In particolare, gli esperti affermano che, il momento in cui gli smartphone producono più radiazioni, è durante una telefonata. A rendere massima l’esposizione è anche il fatto che quando parliamo al telefono, lo teniamo attaccato al viso. Per questa ragione basterebbe utilizzare più spesso gli auricolari per ridurre l’effetto nocivo, senza dover rinunciare al cellulare.
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