Nel cuore della pianura del Tavoliere in Puglia, un piccolo villaggio neolitico nasconde un affascinante enigma archeologico. A Masseria Candelaro, tra il 5500 e il 5400 a.C., un rituale antico ruotava attorno ai crani umani, simboli di memoria e identità collettiva. Questo studio getta luce su una tradizione che intrecciava i vivi e i morti in un legame tanto potente quanto effimero.
Cosa nascondono i teschi di Masseria Candelaro?
Il villaggio, piccolo insediamento neolitico esteso su appena 0,5 ettari, sorgeva circondato da un fossato difensivo, il cosiddetto Fossato Z. Originariamente abitativo, il sito si trasformò gradualmente in un luogo dedicato a rituali e pratiche funerarie.
Al suo centro, la Struttura Q divenne il fulcro delle attività rituali. Qui, archeologi hanno scoperto un deposito unico: frammenti cranici di almeno 15 individui, stratificati tra materiali domestici e simbolici. Questi resti, appartenenti a uomini locali, testimoniano un complesso sistema di pratiche legate agli antenati, offrendo uno spaccato sulle credenze e le tradizioni di questa antica comunità.
I teschi ritrovati a Masseria Candelaro raccontano di una tradizione che non ha nulla a che vedere con trofei di guerra o pratiche violente. Secondo gli studiosi, essi erano reliquie degli antenati, mantenute con cura e utilizzate in rituali collettivi per generazioni.
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Le ossa umane, spesso considerate potenti simboli di memoria e identità, venivano passate di mano in mano, mostrando segni di usura e rotture intenzionali.
Questo ciclo rituale aveva lo scopo di mantenere viva la connessione tra vivi e morti, ancorando la comunità a un passato condiviso. Dopo generazioni. tuttavia, la memoria collettiva associata ai crani si affievolì (e per fortuna, direi), trasformandoli in oggetti privi di valore narrativo.
Gli studiosi però si sono chiesti: per quale motivo questi 15 teschi sono stati deposti nella Struttura Q?
Loro ipotizzano che il ciclo rituale si sia interrotto per varie ragioni: il legame narrativo tra i resti e gli antenati si era dissolto; le ossa si erano troppo deteriorate per un uso simbolico; nel corso delle generazioni nuove tradizioni sepolcrali soppiantarono quelle più vecchie.
Il caso di Masseria Candelaro è straordinario per la durata e la complessità del trattamento riservato ai crani. Pratiche simili si riscontrano in altri siti europei e mediterranei, ma qui emerge una sistematicità unica, che riflette un forte intento simbolico.