Il ping pong è un’attività davvero semplice, per quanto complicata. Coordinazione dei movimenti, pressione sull’avversario, velocità di reazione… Insomma tutte caratteristiche che non tutti possiamo avere. I non vedenti, tra gli altri, hanno non poche difficoltà a giocarci eppure una studentessa di Sydney ha trovato la soluzione definitiva aprendo nuove porte allo sport e all’integrazione.
Ping pong senza barriere: un balzo tecnologico per una sempre maggiore accessibilità
Phoebe Peng, studentessa presso l’Università di Ingegneria di Sydney e collaboratrice con ARIA Research, ha recentemente portato una ventata di innovazione nel mondo del ping pong. Concentrandosi sull’accessibilità del gioco per le persone non vedenti, Peng ha sviluppato un sistema sperimentale capace di tracciare i movimenti e fornire indicazioni sonore durante il gioco.
Ma prima di tutto è necessario comprendere il significato di “accessibilità” e “inclusività“.
L’accessibilità può essere definita come la misura in cui un prodotto, un servizio, un ambiente o un dispositivo è utilizzabile da quante più persone possibile, indipendentemente dalle loro capacità fisiche o cognitive. Questo include la facilitazione dell’accesso alle informazioni, ai luoghi fisici e alle risorse, garantendo che tutti abbiano le stesse opportunità di partecipare pienamente alla società.
L’inclusività, d’altro canto, si riferisce all’approccio e alle pratiche adottate per assicurare che ogni individuo, indipendentemente dal background, dall’identità o dalle abilità, si senta valorizzato, rispettato e supportato nell’ambiente in cui si trova. Si tratta di creare ambienti e situazioni in cui le differenze sono accolte, diverse prospettive sono integrate e ogni persona è incentivata a contribuire al meglio delle proprie possibilità.
Nel contesto del progetto di Phoebe Peng, l’accessibilità è stata affrontata sviluppando un sistema che permette alle persone non vedenti di giocare a ping pong attraverso indicazioni sonore che sostituiscono le informazioni visive; mentre l’inclusività in questo contesto si riflette nell’obiettivo più ampio del progetto: quello di promuovere un ambiente in cui le persone con diversi tipi di abilità possono condividere un’esperienza comune, come giocare a ping pong, contribuendo così a una società più integrata e accogliente.
Il dispositivo ideato si compone degli elementi tradizionali del ping pong, quali tavolo, racchette e palla, integrati con una serie di altoparlanti posizionati ai lati del tavolo e due camere neuromorfiche. Queste ultime sono fondamentali per rilevare la posizione della palla nello spazio tridimensionale in tempo reale. Gli algoritmi processano questi dati e attivano gli altoparlanti per creare un campo sonoro che indichi la posizione attuale della palla. Questo permette ai giocatori di localizzare la palla attraverso il suono, rendendo il gioco accessibile anche a chi non vede.
Attualmente, il sistema è ancora in fase di test e necessita di ulteriori miglioramenti prima di diventare una soluzione pratica per il grande pubblico. Peng sottolinea che una sfida significativa rimane nel campo della percezione umana del suono, poiché è ancora incerto quanto precisamente gli individui possano localizzare il suono nello spazio. Inoltre, è cruciale determinare il tipo di suono più efficace per il gioco, valutando se debba essere continuo o meno.
L’innovazione di Peng apre a riflessioni più ampie sul ruolo della tecnologia nell’abbattere le barriere e nel modificare le percezioni tradizionali dello sport e del gioco. La possibilità di unire passione sportiva e inclusione sociale diventa un modello stimolante, suggerendo che con la tecnologia e l’innovazione, limiti che sembravano insormontabili possono essere superati.
Fonte | Student developing way for the blind to play ping pong using sound
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