Un furgoncino italiano verrà lanciato in orbita per combattere l’inquinamento spaziale

L’ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha siglato un contratto di 119 milioni di euro con la scaleup italiana D-Orbit. Sapete di cosa si occuperà la startup italiana? Pulizia nello spazio.

Non preoccupatevi però, non vedremo mai una scopa elettrica spaziale o un’aspirapolvere in grado di togliere la polvere dai buchi neri.

D-Orbit si occuperà di manutenzione dei veicoli spaziali in invecchiamento che inesorabilmente verrebbero abbandonati nel cosmo, inquinando gli strati della nostra orbita spaziale. Il problema dell’inquinamento non è dunque solo una questione “terrena”.

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D-Orbit ed ESA insieme: qual è il piano?

La missione di manutenzione in orbita prende il nome di RISE e, prevista nel 2028, proverà ad incontrarsi, manovrare e poi staccarsi da un satellite dell’Agenzia Spaziale Europea, dopodiché si imbarcherà per 8 anni con il fine di incontrare altri satelliti e regalargli altri anni di vita, facendo loro manutenzione.

Molto probabilmente, il primo “cliente” di RISE sarà un satellite che si occupa di telecomunicazioni che sta per esaurire il carburante, ma che ha ancora tutte le carte in regola per fare il suo lavoro egregiamente, ha chiarito l’ESA. Se il rifornimento dovesse andare in porto si tratterebbe della prima manutenzione in orbita di sempre.

RISE ha la forma di un furgoncino e fungerà da meccanico spaziale, rifornendo, riparando e trasferendo i satelliti su un’orbita diversa. Andrew Wolahan, responsabile del progetto RISE dell’ESA si è mostrato molto fiducioso dichiarando vicina la fine dell’era dei “satelliti monouso ed usa e getta”.

Nel caso in cui il nostro motorino finisse la benzina, di sicuro non ci verrebbe mai in mente di abbandonarlo nella prima area di sosta disponibile, no? Nello spazio per un bel po’ di tempo è andata così!

Il problema dei detriti

Allo stato attuale ci sono circa 34.000 pezzi di “spazzatura spaziale” più grandi di 10 centimetri che ruotano attorno il nostro mondo e circa 6.500 satelliti operativi in orbita. La spazzatura presente nello spazio è una delle principali cause di detriti spaziali, ma comporta anche un probabile rischio di collisioni con altri satelliti.

L’uomo ha dunque, allo stesso tempo, la capacità di fare “grandi passi per l’umanità” ma anche passi indietro per l’ambiente sia terreno che non!

In parallelo con il progetto RISE, l’ESA sta collaborando anche con una startup svizzera dal nome evocativo “CLEARSPACE“, per una missione sulla rimozione dei detriti nello spazio. Il lancio di ClearSpace-1 è previsto per il 2026.

Sia RISE che CLEARSPACE-1 dunque evidenziano la voglia dell’Europa di creare un’Economia Circolare anche nello spazio.

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