Joaquin Phoenix, l’attore tanto discusso del momento, interprete del film Joker nell’ultima omonima pellicola, è rimasto coinvolto in un incidente stradale. A tal proposito, moltissime sono state le notizie fake girate per il web, arrivando ad affermare persino che l’attore fosse in condizioni gravi. Ma, in realtà, l’incidente è stato abbastanza ridicolo nel suo essere comune.
Difatti, Phoenix avrebbe soltanto strisciato contro il paraurti di un veicolo dei vigili del fuoco, fermo e senza nessuno a bordo. Quindi un normalissimo micro-tamponamento da parcheggio, come capita a chiunque, vip o meno, in tutto il mondo (qui trovate la fonte).
Tutto bene, quindi, e non si può che tirare un sospiro di sollievo. C’è da dire, però, che l’accaduto, per quanto “banale e comune”, abbia comunque sollevato un polverone non indifferente.
Sul presunto grave incidente di Joaquin Phoenix
Le ipotesi nate dalla fake news, hanno davvero dell’imbarazzante. Alcuni, infatti, hanno insinuato che l’attore fosse ubriaco e che, in preda ai fumi dell’alcol, abbia fatto una bravata che dimostrerebbe soltanto il suo disagio mentale.
Altri, invece, hanno affermato che Phoenix, già noto per essere stato vittima di una profonda depressione causata dalla morte prematura del fratello minore, abbia, in realtà, tentato il suicidio, spinto ancor di più in un baratro oscuro da quel ruolo che, già una volta, aveva “ucciso” qualcuno.
Al di là del caso nello specifico, si tratta, comunque, di un’invasione della sfera privata di un uomo che, per quanto pubblico e in vista sia, ha il “diritto” di fare un incidente senza che s’indaghi sul suo stato psico-fisico che dovrebbe interessare solamente le persone a lui più care e vicine.
Ma, si sa, una volta che s’interpreta un personaggio tanto noto e conosciuto per la sua follia come “Joker”, per di più subendo anche dei cambiamenti tangibili come la perdita drastica di molto peso, tutto, persino il bere un bicchierino di troppo ad una festa, diventa il sintomo di quel qualcosa che l’attore non è riuscito a lasciare solo sul set e che si è portato dietro, fino a trasformare in un incubo la sua stessa vita privata.
È ovvio che la vicenda di Heat Ledger abbia colpito la sensibilità di tutti, rincarando il dispiacere al pensiero che, quel ragazzo biondo e gentile, fosse all’apice della sua carriera proprio grazie a quel ruolo “maledetto” che, a detta di chi gli era vicino, lo ha coinvolto talmente tanto da peggiorare la sua già esistente depressione.
Tuttavia, non è orribile da parte dei fan, gridare alla malattia mentale solo perché un collega, un amico, dopo l’interpretazione di quello stesso personaggio si è tolto la vita? Una mancanza tale di rispetto verso chi non c’è più, verso chi non può difendersi, circoscrivendo il suo dolore a un mero ruolo di cinema, solo per poter dire hai visto? Lo dicevo che era maledetto, dimostra solo quanto si possa essere superficiali nel momento in cui un film campione d’incassi arriva sulla bocca di tutti e tutti si sentono in diritto di fare una propria diagnosi psicologica non solo dei personaggi ma, anche, degli attori che li interpretano.
La riflessione
C’è da chiedersi, infatti, se il ridicolo incidente di Joaquin Phoenix avrebbe causato la stesso polverone mediatico se solo Joker non fosse mai stato realizzato, se solo lui non avesse perso 25 kg, se solo H. Ledger non si fosse tolto la vita dopo aver interpretato quello stesso ruolo che tanto, ancora oggi, fa discutere chiunque.
A volte, ci si sente in diritto di dire, a tutti i costi, la propria opinione, non sapendo quanto, questa, se espressa senza il minimo riguardo alla sensibilità, possa essere deleteria, soprattutto se basata su fatti del tutto infondati.
Magari è vero. Per interpretare così bene determinati personaggi, ci vuole quella sorta di sofferenza interiore che ha caratterizzato la vita stessa dell’attore, di modo che egli possa provare più empatia per il proprio ruolo.
Ma ciò non giustifica nessuno dal pronunciare o, peggio, scrivere parole come “follia” o “depressione” senza conoscere nulla della sfera privata di chi dovrebbe essere acclamato solo per il suo talento cinematografico.
Che si abbia più rispetto, dunque. Che ci si limiti solo a godere il film, ammirando le performance di tutte le persone che hanno contribuito a renderlo così memorabile. E si lasci in pace la vita privata di ognuno.
Perché, quando tutto sarà finito, quando l’utente medio troverà qualcos’altro di cui (s)parlare con gli amici e sui social, quegli stessi attori, quelle stesse persone, rimarranno da sole con il loro ruolo a ricambiare l’immagine riflessa nello specchio, ricordandosi solo, non degli elogi, ma di quanto dolore abbia causato loro. Arrivando a odiarlo e a non riconoscerne l’arte e la passione che, per un po’, lo ha reso così memorabile anche agli occhi di chi, nella sua vita, non si era mai dato pena di leggere il fumetto da cui tanta pazzia è stata tratta.
Paola.