L’uscita di quello che probabilmente è il videogioco più atteso dell’anno, Cyberpunk 2077, costituisce l’occasione per approfondire un tema affrontato raramente: la musica nei videogiochi. La colonna sonora del blockbuster della polacca CD Project, infatti, è stata oggetto di un’attentissima campagna di marketing iniziata già alla fine del 2019, con video-interviste degli artisti coinvolti e la performance di 4ÆM di Grimes ai The game awards, che hanno contribuito ad alimentare la già spasmodica attesa. Ora disponibile sulle piattaforme di musica digitali, può essere ascoltata in maniera indipendente dal videogioco, in modo da poter stabilire quanto la musica contribuisca alla riuscita di questo progetto già accolto come innovativo e avanguardistico.
Uno score dalle grandi ambizioni
La colonna sonora di Cyberpunk 2077, come era già accaduto per Red Dead Redemption 2, consta di due parti: lo score, ovvero la musica di commento delle diverse scene, solitamente non cantata e non sottoforma di canzone, e le canzoni vere e proprie, che in progetti ad alto budget vengono affidate ad artisti più o meno conosciuti e solitamente pubblicate in CD e vinile, andando a costituire parte integrante del merchandising legato al progetto. Quest’ultimo può vantare artisti del calibro di Run the Jewels, A$AP Rocky e la già citata Grimes.
Per il momento, solo il primo è disponibile per lo streaming. Realizzato dal musicista polacco Marcin Przybyłowicz, che si era già occupato della musica di The Witcher 3, lo score di Cyberpunk 2077 è composto da 7 tracce: l’iniziale Corposeduction ricorda parzialmente le sperimentazioni dei Massive Attack, con suoni metallici ed elettronici che creano un’atmosfera industriale e scura, ma non tetra. Badlanders picchia duro con chitarre sintetiche e distorte e una batteria incalzante e spesso aritmica; Battleground Arasaka prosegue sul filo dell’ambient-industrial con una ritmica ancora più ipnotica ed evocativa, quasi a tratteggiare un sogno dark non rassicurante, ma neppure spaventoso, seguito da NCPD Prowl, ancora una traccia ambient-industrial con chiare venature techno ma ritmica lenta e ipnotica. Core MiKoshi è il pezzo più propriamente ambient dello score, un capolavoro di sperimentazione e avanguardia, mentre la finale Chrome Shamans rievoca, come suggerisce il titolo, le atmosfere di un rito sciamanico, qui musicato come se si trattasse di un rave, con percussioni tribali, sonorità techno e il classico vocalizzo dei canti sciamanici degli indiani d’America.
Lo score sembra puntare senza mezzi termini alla sperimentazione e, come la grafica e il sonoro del gioco, alla profondità, ricercando un effetto il più possibile multidimensionale per farci vivere il mondo distopico di Night City. Quindi l’impressione non può che essere quella di un’altissima qualità sia tecnica che artistica, che si lascia godere anche in maniera indipendente dal videogioco.
L’importanza della musica per i videogiochi
Quello tra videogiochi e musica sembra un binomio inscindibile, ma raramente approfondito come si dovrebbe, forse perché solo raramente artisti popolari hanno collaborato con i creatori dei videogiochi e anche perché tra i premi musicali, la categoria miglior colonna di videogioco è semplicemente inesistente.
In controtendenza, la Bibbia online della musica Pitchfork ha pubblicato la lista delle migliori colonne sonore di videogiochi degli ultimi 20 anni, che include quelle recenti di Animal Crossings: New Horizon (2020) e Celeste (2019) insieme ad altre pionieristiche come NBA Street vol. 2 (2003) e Space Channel 5 (2000). Rispetto ai primi videogiochi, l’evoluzione tecnica e l’ambizione di produttori e compositori ha permesso di passare da composizioni in 8-bit, create come piacevole sottofondo, a veri e propri score di livello cinematografico, che descrivono gli ambienti ed esprimono i sentimenti dei protagonisti come e meglio di altri elementi, come la grafica o la fotografia.
Ormai in colonne sonore di qualità non investe più solo il cinema, ma il mondo dell’intrattenimento in generale: per musicare la recente riduzione televisiva del Dracula prodotto da Netflix, sono stati richiesti i servigi del veterano David Arnold e, sempre per il colosso americano, quelli del premio Oscar Hans Zimmer per The Crown.
Molto più di un sottofondo
Quanto appena detto per TV e intrattenimento online vale in maniera ancora più marcata per gli RPG come Cyberpunk 2077, dove tutto viene visto con gli occhi del giocatore, come un’eterna soggettiva cinematografica. Lo score di Przybyłowicz ci fa prima entrare a Night City, sottolineandone le atmosfere dark e industriali, per poi anticipare con le sue variazioni i momenti di pericolo o di suspense ai quali si affaccia V., fino a punteggiare i suoi sentimenti, che possiamo “sentire” solo grazie alla musica, visto che le espressioni del suo volto ci vengono negate dal format del gioco.
Le colonne sonore dei videogiochi, e a maggior ragione degli RPG, rifuggono le strade del semplice intrattenimento o della funzione di sottofondo, sacrificando la possibilità di creare delle hit come in passato la sigla televisiva di Jeeg Robot o Mission Impossible, ma contribuendo in maniera fondamentale alla riuscita artistica del prodotto e al piacere dei giocatori.