E’ uscita lo scorso undici febbraio per Bao Publishing la graphic novel Nonostante tutto, di Jordi Lafebre. Si tratta di una una graphic novel che appartiene al genere young adult, e racconta la storia di un uomo e una donna: Zeno e Anita.
Ok, spoiler: non è solo per young adult (anzi, io questa fascia di età l’ho abbondantemente superata).
Si presenta con una hard cover dai colori chiari. L’ immagine di copertina è romantica ed evocativa, con una palette nelle tonalità del pesca. Il tratto del disegno è delicato ed i colori sono quasi impressionistici. Le pagine contengono una griglia a sei vignette; si passa dal notturno cittadino del ventesimo capitolo, al cielo del nord che esplode nell’aurora boreale, alla penombra di una cucina dove condividere un caffè.
Ambientata in una città di mare di cui non conosciamo il nome, gabbiani e architetture di sapore francese ci accolgono nella storia.
Tempo della storia e tempo del racconto
So cosa state pensando: la classica storia d’amore impossibile. Vi fermo subito. Sì, è una storia d’amore, ma Lafebre ha utilizzato un espediente letterario veramente forte.
Nonostante tutto non segue l’ordine cronologico, ma quello del ricordo. Il primo capitolo della storia, è l’ultimo a livello temporale. Conosciamo i protagonisti alla fine della loro avventura. Questo perché, per loro, “la fine è l’inizio” (grazie Terzani). E’ emozionante scoprire a ritroso come, qualcosa di apparentemente irrilevante abbia una motivazione profonda. Ad esempio, un ponte sormontato da un arco (pensavate che l’ingegneria non fosse romantica? Sbagliato!).
Trovo apprezzabili anche i riferimenti letterari sparpagliati nel testo. Particolare l’esergo, che unisce il Canto V dell’ Inferno a una citazione dei Daft Punk.
Oltre alle citazioni letterarie, fioriscono i riferimenti alle scienze. Zeno è un fisico, ed ecco che le più importanti teorie sull’universo, diventano aforismi per sognare.
Arrivo nel giro di un’ora dall’inizio, a pagina 150. Il cuore è pieno di emozioni, gli occhi di meraviglia. Subito mi viene mente una frase del libro Non si muore tutte le mattine di Vinicio Capossela:
Perché i piedi possono essere ferro o piuma…ma quand’è che da rondini si diventa mosconi? Quando definitivamente granamignosi di cuore, di soldi e di tempo? Quando quattro passi per strada diventano più di quanto uno possa sopportare? Perché voglio trovarmi lontano allora. Guidare nella notte e trovarmi ancora sulla strada dove il nostro andare, così come divide, unisce.
Perfetta, no?
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