Il mese di febbraio 2021 è inaugurato da un adattamento de La luna e i falò, ultimo romanzo di Cesare Pavese. L’opera esce dalle fucine di Tunué, casa editrice del gruppo milanese Il Castoro, specializzata in graphic novel e nella saggistica sul fumetto, l’animazione e la cultura pop contemporanea.
La prefazione di questo prezioso adattamento di un classico della letteratura italiana è affidata a Marta Barone; Marino Magliani ha curato i testi, mentre le illustrazioni sono di Marco D’Aponte. I due lavorano di nuovo insieme, dopo la collaborazione per la graphic novel ispirata al romanzo Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi.

La luna e i falò è un viaggio nella memoria dell’autore attraverso lo spazio tempo, per ritornare con il cuore e con la mente ai luoghi della sua vita, ripercorrerne le origini ed i simboli: la cultura contadina, le sue credenze, le dinamiche sociali.
Particolari dell’adattamento
Lo stile narrativo di Pavese all’interno del romanzo era sincopato: in quanto viaggio mnemonico non si curava di creare dei “salti”, resi nello scritto anche attraverso le preposizioni ad incipit dei capitoli. Erano infatti i personaggi a tenere insieme i capitoli E’ stato però necessaria un’opera di allentamento di questi “andirivieni e segmenti” del testo, difficilmente trasformabili in immagini.
A proposito di immagini, fin dalla copertina appare evidente la preponderanza di due colori, il rosso e il verde. Le langhe, ambientazione prediletta de La luna e i falò, sono rese poetiche dal disegno, e si pongono a metà tra ricordo e immaginazione.
Il contrasto cromatico percorre tutta la graphic novel, esplodendo in alcune pregiate tavole a pagina intera. C’è una profonda emozione, quasi violenta, nei colori di un’estate che muta in autunno; il contrasto cromatico esprime la forza delle stagioni, ma anche il trascorrere del tempo a volte traumatico, caro al Pavese più profondo.
Ma il contrasto cromatico non è solo tra un colore primario ed uno secondario, con la loro valenza emotiva. Esiste un terzo piano, relativo al tempo del racconto, che è il bianco e nero. Questo è il piano temporale di Pavese del presente, che talvolta interviene nel racconto della memoria con attimi che appartengono al momento dal quale l’autore rievoca.
Come ha scritto Nicola Lagioia,
“Nell’opera di Pavese si ritrova un esistenzialismo profondo, viscerale, l’inseguimento di un ideale quasi impossibile, la violenta ricerca della propria dignità di uomo”.
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