E’ uscito il nuovo fumetto di Marco Barretta e Lorenza di Sepio, già conosciuti per il progetto social ed editoriale Simple&Madama. Daisy e la maschera spezzata è il secondo ed ultimo volume della saga di Daisy, ed è leggibile anche indipendentemente dal primo libro. Daisy aveva vinto il Premio Boscarato come miglior fumetto per ragazzi al Treviso ComicBook Festival 2019.
L’editore Tunuè descrive il secondo episodio di Daisy in questo modo: “Il potere della fantasia, l’inganno della realtà e la forza delle storie. “
Una trama semplice ma accattivante
La storia è la più antica del mondo: un buono, un cattivo, una missione. Tuttavia, il personaggio di Daisy arricchisce la storia di una complessità preziosa; si troverà ad affrontare un conflitto familiare che divide (o unisce?) due mondi.
Il padre di Daisy è uno scrittore. Un giorno alla figlia capita qualcosa che tutti gli amanti dei libri hanno sperimentato: cade in uno dei suoi libri. Ma, a differenza nostra, non in modo metaforico.
Inizia una grande avventura, che la porterà a scegliere di restare nel libro per tentare di riportare l’equilibrio in quel mondo. E’ qui che prende le mosse il secondo volume, Daisy e la maschera spezzata. E’ proprio grazie a questa maschera che la madre tenta di controllarla. Ma non tutto è come sembra, e lo capirete leggendo. Il finale vi colpirà. A me ha ricordato molto l’anime Mirai nikki, soprattutto nella volontà di ricreare un mondo dove poter incontrare di nuovo la persona amata, in qualunque forma ed a qualunque costo. Ai posteri l’ardua sentenza.
Il piacere della cultura pop
Daisy e la maschera spezzata è un urban fantasy fresco di pubblicazione, ma con alle spalle una lunga serie di riferimenti culturali.
Un mix di cultura pop ha influenzato i due autori: Daisy vive ciò che gli autori hanno sempre sognato. Prima di autori, infatti, i due si definiscono fruitori ed amanti di fumetti. Gli easter egg che impreziosiscono il libro, le citazioni del mondo pop ed i ricordi che rimandano agli anni Ottanta e Novanta sono veramente gradevoli. Tra Excalibur, l’Aurin ed il Cappello parlante, per un amante del genere fantasy c’è molto da apprezzare.
Motivo ulteriore di pregio è, a mio avviso, la scelta grafica del font. Il fumetto appartiene alla collana Tipitondi di Tunué (la stessa collana di Dragon Kingdom of Wrenly). Il lettering semplice è sicuramente un elemento di inclusività, che apre la strada anche ai giovani lettori che si avvicinano al fantasy ed alle graphic novel. Sappiamo infatti che, nei libri per i più piccoli, la leggibilità è un elemento chiave.
Anche il world building ha risentito positivamente di questa scelta. A quanto hanno detto gli autori durante una presentazione con Games Accademy e Tunué, inizialmente il mondo di Daisy aveva una connotazione più dark, ma si è deciso di alleggerirne alcune parti e di aprirsi a una palette di colori più tenue. Si è potuto così accedere anche ad un target più giovane.
Un ultima cosa: adoro le ciabattine di Daisy, spalla comica del fumetto, che rimandano alle vignette sulla quotidianità di coppia di Simple&Madama.
Il ciclo narrativo di Daisy è concluso, ma non neghiamo che ci piacerebbe molto un prequel della storia. Chissà che gli autori non decidano di accontentarci!
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