La letteratura di genere italiana ha una nuova voce, quella di Giorgio Costa, giovane esordiente milanese al debutto con Universum: Cronache dei Pianeti Ribelli, uscito alla fine del 2019 nella collana Fantastica di Mondadori. Fin dalle primissime pagine, appare chiaro come quello che si presenta apparentemente come un classico sci-fi sia in realtà qualcosa di più complesso e affascinante: una space opera dalle atmosfere coloniali, un po’ Star Wars e un po’ Il Pianeta del Tesoro (le astronavi hanno vele e cordame!), in cui elementi puramente fantasy si mescolano ai classici archetipi della fantascienza tradizionale in un affresco che stupisce senza mai disorientare. L’autore è molto abile, nella fase iniziale della storia, a centellinare le informazioni e limitare gli spiegoni che spesso tarpano le ali a questo tipo di narrazione, che qui invece scorre piacevolmente, sospinta da ottime scene d’azione e da uno stile tanto ricercato quanto accattivante.
La trama di Universum
La vita di Tomas Rivert viene distrutta quando, appena tredicenne, un malvagio ordine monastico guidato dal carismatico e spietato Simbelius prende il potere nell’Impero di Universum. Nella purga che segue il colpo di stato, i genitori di Tom e della sua amica d’infanzia Mira restano uccisi e i due ragazzini separati. Costretto a sopravvivere fra le implacabili discariche spaziali di Platox Blu, Tom continuerà a sognare di solcare le stelle e ricongiungersi con Mira, fin quando gli eventi non lo trascineranno, ormai adulto, al centro dello scontro tra l’Impero e una neonata fazione ribelle, determinata ad abbattere il regime di terrore instaurato dai simbeliani.
Se notate delle similitudini con l’opera di George Lucas, sappiate che finiscono qui: l’ambientazione di Giorgio Costa, che con il creatore di Star Wars condivide tanto il nome quanto l’estro creativo, spicca per l’originalità dei suoi panorami, delle culture che lo popolano, tratteggiate nei minimi dettagli e, soprattutto, per il concetto di Trascendenza: una sorta di corrente cosmica che i piloti sfruttano per compiere salti spazio-temporali e che può essere raggiunta solo grazie al Virilio, un minerale dagli straordinari poteri attorno al cui controllo ruota l’intera vicenda politica del romanzo. La Trascendenza è tanto una dimensione fisica quanto uno stato mentale, al punto che al suo interno si possono avere visioni, scorgere frammenti del futuro e del passato, perfino scoprire nuovi lati di se stessi.
Senza svelare troppo della trama, è bene sottolineare come la forza di Universum stia proprio in questi elementi straordinariamente unici, scaturiti dalla fantasia dell’autore, e nella sua capacità di crearvi attorno una galassia incredibilmente realistica. Non vi sarà difficile lasciarvi trasportare dalla ricca prosa di Giorgio Costa fin dentro le strade polverose e variopinte di Kalimna o le distese di rottami battute dai venti al metilene di Platox Blu, fino a all’inevitabile confronto finale in cui le parole riescono ad evocare tutta la potenza visiva di un kolossal hollywoodiano.
Ovviamente, senza precludersi gli spunti per eventuali sequel.
In conclusione, Universum: Cronache dei Pianeti Ribelli si ritaglia di diritto un posto sullo scaffale a fianco dei migliori romanzi sci-fi italiani, dimostrando con forza il grande potenziale del suo autore e della sua ambientazione. Non resta che augurargli (e augurarci) di poter esplorare nuovi pianeti e nuove storie dell’Impero di Universum quanto prima!
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