Belli i videogiochi potenziati dall’intelligenza artificiale, ma vuoi mettere un bel classicone come DOOM rivisto e rifatto in un modo che neanche avresti mai immaginato? Un utente di nome Wojciech Graj lo ha fatto e ha riportato il primo capitolo della saga disponibile anche per mobile interpretandola solo tramite l’uso delle tracce audio. E complicato a dirsi, per questo il video dell’utente chiarirà un po’ la faccenda.
DOOM senza schermo? Si può giocare solo con l’audio
La sfida di portare DOOM su dispositivi non convenzionali ha sempre stimolato l’ingegno degli hacker. Tuttavia, Wojciech Graj ha portato questa sfida a un nuovo livello, presentando un modo di giocare al primo capitolo completamente inedito: attraverso l’audio. Questo progetto pionieristico sfrutta i segnali audio sia per l’output che per l’input del gioco, creando un’esperienza di gioco unica nel suo genere.
La peculiarità di questo porting risiede nella sua esecuzione: invece di utilizzare dispositivi di visualizzazione tradizionali, il gioco viene trasmesso mediante un segnale audio costante. Questo segnale, quando analizzato tramite uno spettrogramma, rivela le immagini del gioco, che si aggiornano con ogni nuovo frame. Inoltre, i comandi per interagire con il gioco vengono impartiti attraverso l’uso di frequenze specifiche captate dal microfono, mappando queste ultime a corrispondenti tasti di controllo.
Graj ha dedicato un notevole sforzo per adattare DOOM a questa insolita modalità di gioco, dimostrando che è possibile esplorare nuove frontiere nel campo del gaming. Anche se la frequenza di aggiornamento del gioco risulta ridotta, il fatto che sia tecnicamente giocabile soddisfa i criteri per essere considerato un vero e proprio porting di Doom.
Il codice sorgente del progetto è stato condiviso su GitHub sotto la licenza GNU General Public License 2, offrendo così alla comunità la possibilità di esplorare e contribuire a questa iniziativa.
Questo progetto mi ha fatto sorridere: ogni giorno sentiamo parlare di intelligenza artificiale, tecnologie futuristiche. Il Bosone è assolutamente pro a tutto questo ma è innegabile che di tanto in tanto “tornare indietro nel tempo” usando delle tecnologie datate o degli strumenti ormai caduti in disuso lascia quel non so che di nostalgia e stupore.