Il gioco d’azzardo viene spesso considerato pericoloso sia per le persone che la società; questo pensiero è ampiamente condiviso da Kakegurui, un anime disponibile su Netflix che parla proprio di gambling.
Prima di parlare di quest’opera, è giusto riflettere sulla problematica; infatti, il gioco permette di vincere soldi veri, elemento che in secondo luogo viene associato a dipendenza.
Ciò si riflette anche in molte altre forme di intrattenimento ludiche tra cui anche i videogiochi e infatti, non è un caso che siano sempre presi di mira come strumenti “ostili” nei confronti dei giovani fruitori. Tuttavia, c’è chi riesce a giocare responsabilmente senza diventarne vittima.
Le microtransazioni (di cui trovate un nostro approfondimento qui) non sono legate obbligatoriamente a dei vantaggi da sfruttare in gioco; es: le skin non cambiano l’andamento di una partita.
Il ruolo delle “casse premio” o “loot box” che sono presenti in molti giochi è quello di provvedere a contenuti aggiuntivi spesso non competitivi (ed altre volte si) che sono acquistabili attraverso valuta reale. Da questo punto di vista, il vero mostro da abbattere è l’ossessione.
Per far ciò che l’ossessione si manifesti il meno possibile nei soggetti che si rapportano a questo genere di prodotti, esistono svariate opere presenti anche negli stessi media spesso ingiustamente presi di mira. Tra questi, anche il settore audiovisivo che è altamente informato sui disagi che derivano da questo genere di patalogie. Recente, infatti è l’anime Kakegurui la cui storia gira intorno proprio ai giochi d’azzardo. Non a caso, Kakegurui cosa significa? E’ una parola giapponese con cui si indica un giocatore d’azzardo compulsivo.
Kakegurui: il gioco d’azzardo spiegato da un anime
Il manga è del 2014 e nasce dalla penna di Homura Kawamoto e dalla matita di Toru Naomura; dopo il suo discreto successo ha ottenuto diversi spin-off, versioni animate e live action.
L’anime edito Square Enix e serializzato su Gangan Joker, è diventato poi un vero fenomeno dell’animazione giapponese, giungendo di recente su Netflix (dove è disponibile già da diversi giorni).

Lo scenario su cui si svolgono le vicende di Kakegurui è l’Istituto Privato Hyakkao, una scuola frequentata da ricchi e rampolli di famiglie aristocratiche. Dopo le lezioni, questa scuola si trasforma in un luogo di perdizione in cui ogni regola è governata dal gioco d’azzardo, dal lusso sfrenato al consumismo più becero, pieno di bische e sfide che potrebbero portare a guadagnare tanto come a perdere tutto: anche il diritto sul tuo futuro.
Di base, l’idea dell’anime è molto carina – pur concedendosi un sacco di fan service – e riesce a mostrarci come il vizio del gioco possa condurre le persone a serie problematiche sociali.
Kakegurui è un seinen ed è quindi da considerarsi come un’opera piuttosto matura e dai temi forti: il centro della storia è proprio l’ossessione sfrenata (al limite del perverso) dei protagonisti per il gioco d’azzardo.
Yumeko Jabami è la protagonista dell’opera, una ragazza apparentemente timida e dolce che nasconde una viscerale dipendenza per il gioco.

Lei è la prima che si lascia travolgere in questo vortice pur di provare il brivido del rischio, l’ebbrezza del pericolo di perdere tutto in una partita di Black Jack.
Anche se visivamente l’anime è stupendo, ci mostra come possa essere pericoloso giocare e scommettere non responsabilmente.
Se prendiamo l’esempio di Kaiji (un altro anime sullo stesso argomento), il gioco d’azzardo raggiunge livelli di pericolosità incredibili.
Questo individuo, ha problemi finanziari che cerca di risanare con il gioco e si ritroverà presto immischiato con giochi sempre più pericolosi in una realtà che avrebbe preferito non conoscere.
Il significato che l’opera giapponese vuole trasmettere è che non si può cercare di spegnere un fuoco con la benzina, quindi il buonsenso non può mai mancare quando ci si approccia a questo genere di attività.