Era il il 30 giugno 1908 quando un evento sconvolgente ha segnato indelebilmente la storia della Terra. Un’esplosione di proporzioni epiche (a proposito, ecco come salvarsi se ne avviene una) ha raso al suolo un’area di oltre 2.000 km quadrati, cancellando in un istante un’intera foresta. Questo fenomeno, noto come “evento di Tunguska“, per tantissimo tempo ha alimentato le più disparate teorie sulla sua origine.
Tunguska 1908: il giorno in cui il cielo è esploso
Grazie al lavoro pioneristico dell’Istituto di Scienze Marine del CNR e delle Università di Bologna e Trieste, è stata fatta luce su questo enigma secolare che contraddistingue l’evento di Tunguska del 1908.
La loro, pubblicata sulla rivista “Terra Nova”, suggerisce che il piccolo lago Cheko, situato a circa 10 km dall’epicentro dell’esplosione, potrebbe essere il cratere lasciato da un frammento di un asteroide sopravvissuto all’impatto principale. L’onda d’urto causata dalla caduta di quest’ultimo sarebbe equiparabile, secondo le ricostruzioni, ad un terremoto di grado 8 nella scala Richter.

Un altro numero che fa accapponare la pelle: la potenza de potenza dell’esplosione sia stata compresa tra 10 e 15 megatoni, ovvero circa mille bombe di Hiroshima che abbiamo conosciuto grazie all’ormai capolavoro di Christopher Nolan, Oppenheimer.
Durante la spedizione “Tunguska99”, il team italiano ha utilizzato tecniche all’avanguardia di acustica subacquea per mappare il fondo del lago e raccogliere campioni di sedimenti. Le analisi hanno rivelato una struttura morfologica anomala, compatibile con un impatto violento avvenuto in una foresta paludosa.
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La forma del lago, diversa da quella tipica dei bacini siberiani di origine naturale, e la composizione dei sedimenti hanno fornito prove cruciali a sostegno dell’ipotesi di un’origine cosmica.
Secondo i ricercatori, l’esplosione avrebbe sciolto il permafrost, il terreno ghiacciato permanente del nostro pianeta, modellando il paesaggio circostante e nascondendo a tutti gli effetti per oltre un secolo la vera natura del lago.

Se confermata, questa scoperta potrebbe avere implicazioni significative per la comprensione degli eventi catastrofici di origine cosmica e dei loro effetti sul nostro pianeta. L’impatto di Tunguska, sebbene il più potente evento di questo tipo in epoca storica, non è un caso isolato nella storia terrestre. Eventi simili si sono verificati ripetutamente nel corso delle ere geologiche, plasmando la superficie del nostro pianeta e influenzando l’evoluzione della vita.
Insomma, bisognerebbe monitorare gli oggetti cosmici potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta prima che sia troppo tardi.